Calcio: i segreti dei professionisti

Calcio: i segreti dei professionisti

Editato da: TOP DOCTORS® il 13/04/2024

L’evoluzione del calcio ha portato via via alla perdita della specializzazione ossessiva dei giocatori nei singoli ruoli: l’unico giocatore a cui si richiede una preparazione specifica oggi è il portiere. Ma quali sono i fattori determinanti che differenziano un atleta amatoriale da uno agonistico? Ce lo spiega lesperto in Psichiatria e Medicina dello Sport a Torino, il Dott. Giampiero De Marzi

1) A quale età è consigliabile iniziare a giocare a calcio?

Molti genitori chiedono quale sia l’età migliore per fare iniziare ai propri figli la pratica del calcio. Pur essendo uno sport comunissimo e facile da praticare per strada, nei cortili o su un qualsiasi prato, si può affermare che la migliore età per acquistare gli automatismi della tecnica del gioco è intorno agli 8-11 anni, in quanto è noto che l’abilità nel gioco si manifesta più precocemente delle capacità atletiche del calciatore.

2) Quali sono le doti indispensabili per un calciatore?

Le doti richieste a un calciatore sono: la resistenza allo sforzo (in quanto ogni partita dura 90 minuti), la velocità, lo scatto, la forza, la potenza (specie degli arti inferiori), la destrezza, l’equilibrio e la coordinazione neuromotoria.

L’allenamento di un calciatore, inoltre, varia considerevolmente tra gli atleti amatori e quelli professionisti. Se nelle squadre non professioniste gli allenamenti sono sporadici e per lo più concentrati nelle ore pomeridiane preserali, in quelle professioniste seguono precise tabelle di lavoro. Generalmente il piano annuale di preparazione prevede tre periodi: un primo periodo, in agosto, di preparazione atletica generalizzata, senza l’uso del pallone; una seconda fase, in settembre, di preparazione atletica specifica, con allenamenti sul pallone e primi incontri amichevoli; infine, una terza fase di mantenimento che coincide con tutta la durata del campionato.

3) Quali esercizi sono consigliati per chi vuole praticare il calcio?

Prima di iniziare la pratica del calcio è molto importante effettuare una buona preparazione ed un adeguato riscaldamento, mediante esercizi di stretching della muscolatura degli arti inferiori ed una corsa a ritmo blando, pari a qualche giro di campo.

Solo dopo avere svolto tale attività si potrà accedere al pallone, evitando tuttavia di forzare eccessivamente, limitandosi nelle prime fasi a palleggi singoli e a passaggi con un compagno o in circolo. Solo alla fine si proveranno i tiri in porta, di progressiva potenza.

Analogamente, finita la partita, sarà utile effettuare un'attività di graduale defaticamento, prima di infilarsi nell'agognata doccia ristoratrice!

4) Che dieta deve seguire il calciatore?

La pratica agonistica del calcio prevede l’adozione di adeguate norme dietetiche e di idratazione. Nella fase di preparazione pre-campionato o pre-stagionale, per prima cosa occorrerà adeguare il tipo di dieta alle condizioni fisiche dei giocatori. Durante il campionato, prima di ogni partita, risulta corretto adottare uno schema dietetico del tipo: colazione al mattino, pasto pre-gara, bevande pre-gara, bevande nell’intervallo della partita.

Per quanto concerne l’idratazione, molto dipenderà dalle condizioni ambientali. In inverno infatti, quando le temperature sono più basse, il calciatore svolge attività con maggior dispendio energetico, ma con minore sudorazione, per cui l’apporto idrico dovrà essere più ricco di sali e vitamine, sia durante la competizione che al termine. Viceversa in estate, con l’aumento della temperatura, la sudorazione aumenta esponenzialmente durante l’impegno agonistico, per cui sarà buona norma assumere reintegratori salini, arricchiti con vitamine, sciolti in abbondanti quantità d’acqua.

5) Quali sono i consigli per chi intende intraprendere il calcio agonistico?

È importante, sotto l’aspetto fisico, il rispetto di un intervallo di tempo adeguato (2-3 ore) tra il pasto principale e l’allenamento pomeridiano. Il mancato rispetto di tale regola può comportare apatia e svogliatezza nelle esecuzioni, diminuzione dei riflessi e dell’eccitabilità neuromotoria, e il collasso del sistema cardiocircolatorio, già impegnato a fondo nei processi digestivi. Vi è anche il pericolo di traumi allo stomaco in seguito ad un contrasto violento o ad una pallonata sul viscere ripieno.

 

Editor Karin Mosca

Psichiatria a Torino