Cattiva digestione: come influenza la nostra vita

Cattiva digestione: come influenza la nostra vita

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Scritto da: La redazione di Top Doctors
Editato da: TOP DOCTORS® il 13/04/2024

Circa il 30-40% degli italiani soffre di cattiva digestione, ma solo il 10% sceglie di rivolgersi al medico o da un Gastroenterologo per trovare una soluzione al problema. Se sottovalutata la dispepsia può diventare una vera e propria malattia, che condiziona negativamente la qualità della vita

Obesità, uno stile di vita sedentario, una cattiva nutrizione, fumo, alcol e stress sono alcuni dei fattori principali che influiscono sul nostro organismo e sulla digestione. Generalmente, chi soffre di cattiva digestione avverte un senso di pienezza e pesantezza sia durante che dopo la fine di un pasto. Questo “peso sullo stomaco” è spesso accompagnato da malesseri fisici come bruciore, rigurgiti acidi, dolore addominale, nausea e vomito. Ma come incide sulla vita di tutti i giorni?

 

Problemi fisici legati alla cattiva digestione:

 

  1. I soggetti si sentono fisicamente deboli e stanchi. Il cibo che non viene digerito correttamente, infatti, non viene assorbito dal circolo ematico e non viene implicato nel processo di produzione dell’energia. Il mancato assorbimento, poi, fa sì che anche quelle vitamine o i minerali che si assumono attraverso il cibo vengano meno. Con il tempo, la mancanza di questi elementi essenziali aumenta il rischio di malattie gravi.

 

  1. Il cibo che non viene digerito produce gas. Oltre a problemi imbarazzanti come eruttazione o meteorismo, il gas provoca una distensione dolorosa dello stomaco e forti fitte addominali. Inoltre, vengono alterati i movimenti intestinali, con conseguenze pesanti come diarrea e stitichezza: oltre al malessere fisico, i soggetti si sentono in imbarazzo e la qualità della vita peggiora notevolmente, avendo a che fare con disturbi che limitano le normali attività quotidiane.

 

Problemi psicologici legati alla cattiva digestione:

 

  1. La cattiva digestione influenza la psiche. I soggetti che soffrono di questo disturbo, infatti, provano un grande disagio nel relazionarsi con le altre persone, a causa di problemi come l’alitosi o la flatulenza. La paura di stare male, poi, fa sì che si rinunci ad uscite con gli amici, ad inviti a cena, a pranzi con i colleghi, andando a cancellare la vita e i rapporti sociali con le altre persone. A lungo andare, la dispepsia potrebbe portare una persona ad isolarsi e a sentirsi completamente inadeguata nella società.

 

  1. Si è soliti associare questi sintomi a ciò che si è mangiato, senza tenere in considerazione altri importanti fattori come stress o poco movimento. Ciò porta a sviluppare una fobia per il cibo. Alcuni soggetti potrebbero eliminare dalla propria dieta importanti alimenti fonti di sostanze essenziali per l’organismo; in altri casi le conseguenze potrebbero essere più gravi, come rigettare completamente l’idea di mangiare.

 

Solo una piccola percentuale degli italiani affetti da dispepsia chiede il consiglio di uno specialista. È importante capire che i “rimedi della nonna” possono aiutare solo nel caso di episodi isolati. Se la cattiva digestione diventa un problema di tutti i giorni, è necessario recarsi dal proprio medico e chiedere un parere. Anche se nella maggioranza dei casi basta cambiare le proprie abitudini alimentari, a volte la dispepsia potrebbe essere il sintomo di un problema più grave. 

 

Karin Mosca

Gastroenterologia