Collasso carpale: hai mai sentito parlare di SLAC?

Collasso carpale: hai mai sentito parlare di SLAC?

Editato da: Antonietta Rizzotti il 05/04/2023

Cosa possiamo fare in caso di collasso carpale? Ce lo spiega il nostro esperto in Ortopedia e Traumatologia a Modena, il Dott. Pier Luigi Bonucci

Cosa s’intende per SLAC (Scapho-Lunate Advanced Collapse)?

Una lesione del legamento scafo lunato non trattata in fase acuta con il passare del tempo, diventando cronica, comporta alterazioni dal punto di vista biomeccanico e degenerative progressive articolari, prima a carico dello scafoide poi a carico delle altre ossa carpali. Lo scafoide gioca il ruolo più importante, il 90% delle patologie si sviluppa attorno ad esso e si fa carico della maggiora parte delle forze del polso.

polso

Quali sono le cause?

Una lesione non trattata del legamento scafo-lunato porta alla degenerazione articolare delle superfici articolarti del polso con conseguente sviluppo di malallineamento del polso e conseguente sviluppo di artrosi.

Chi è più a rischio?

I soggetti sportivi, perché spesso vanno incontro a cadute o compiono sforzi ripetuti (motociclismo, pallacanestro, ecc.), oppure lavoratori manuali perché effettuano attività manuali ripetitive anche pesanti e sappiamo che il legamento scafo lunato è un legamento lasso e ha una resistenza intrinseca di solo 50 kg: la forza ci viene garantita dalle strutture estrinseche stabilizzatrici del polso che sono rappresentate dall’apparato muscolare.

Come si diagnostica?

Sono utili la TC e la RMN per valutare correttamente il danno delle superfici articolari coinvolte, in alcuni casi dubbi o complessi l’artroscopia diagnostica diventa il gold standard.

Come si cura?

Esistono procedure diverse a seconda dello stadio della malattia (Slac 1, Slac 2 o Slac 3). Nei primi stadi si effettuano interventi di resezione tangenziali a livello della stiloide radiale al fine di risolvere impingement (o conflitto) radio-scafoideo; nello stadio 2 si effettua l’intervento di Heras Palon; nello stadio 3 esistono diverse procedure tra cui la resezione (detta anche “Carpectomia prossimale”) della prima filiera carpale (anche associata a protesi della base del capitato, nel caso in cui ne fosse danneggiata la base) che può essere effettuata per via volare, o la artrodesi della colonna centrale (artrodesi capito-lunata) o artrodesi dei 4 angoli (2 colonne - centrale e ulnare - del polso) associate entrambe alla scafoidectomia. Le artrodesi possono essere eseguite anche della scafo-capitata e della radio scafo-lunata se il danno interessa queste articolazioni. In tutte le procedure chirurgiche descritte si possono eseguire gesti chirurgici associati come la denervazione articolare del NIP o NIA, che come dimostra la letteratura scientifica recente sono gesti che ci proteggono da ulteriori reinterventi. Uno dei fattori prognostici sfavorevoli di queste procedure chirurgiche è rappresentato dal fumo. In caso di insuccesso delle procedure chirurgiche appena descritte si effettua l’artrodesi totale di polso.

polso

Dopo quanto si riprendono le attività quotidiane o sportive?

Esiste una diversa tempistica a seconda dell’intervento effettuato. Possiamo affermare che se l’intervento prevede procedure come artrodesi o della colonna centrale o a 4 angoli richiede più tempo di immobilizzazione per ottenere la consolidazione ossea e quindi i tempi di rientro alla normali attività sono più lunghi (2-3 mesi per le attività quotidiane e circa 6 mesi per le attività sportive o manuali pesanti). Mentre ad esempio nella resezione della prima filiera i tempi sono nettamente più brevi (30-45 gg per il ritorno alla attività quotidiane e circa 3 mesi per il ritorno alla attività sportiva o pesante).

In caso di resezione della prima filiera carpale il trattamento postoperatorio prevede accesso volare e cauterizzazione del NIA:

  • K splint (tutore al polso leggero e che immobilizza solo la parte volare del polso) in estensione a 45° per circa 20 gg;
  • Al 20° giorno si effettua la rimozione del k splint, la desutura e si inizia il protocollo di rieducazione funzionale da continuare per circa 1-2 mesi;
  • Si inizia al 20° giorno con il Kinetec di polso da utilizzare a domicilio per circa 2-3 ore al giorno fino a raggiungere i 100°-140° di flesso-estensione dopo le prime due settimane si intensifica con la chinesiterapia e la mobilizzazione assistita da parte del terapista.
Ortopedia e Traumatologia a Modena