Endoscopia terapeutica, un trattamento per l'apparato digerente

Endoscopia terapeutica, un trattamento per l'apparato digerente

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Scritto da: La redazione di Top Doctors
Editato da: TOP DOCTORS® il 02/07/2019

Come ci spiega il nostro esperto in Gastroenterologia, tutti i problemi dell’apparato digerente che finora, tradizionalmente, richiedevano un approccio di tipo chirurgico, adesso possono essere risolti senza dover “aprire” il paziente

Endoscopia terapeutica: che cos’è?

L'endoscopia terapeutica è una nuova tecnica diagnostica dell'apparato digerente che permette di verificare eventuali alterazioni presenti negli organi interni dell’apparato digerente: esofago, stomaco, duodeno, colon e retto. Questa tecnica, nata negli anni sessanta, utilizzava la luce derivata da una fibra ottica per esplorare l’interno del paziente e scoprire eventuali malattie. Oggi, i progressi tecnologici hanno permesso di applicare alle estremitá degli endoscopi una microtelecamera, che proietta le immagini direttamente su uno schermo, trasformandole in un video e, dunque, ampliando lo spettro delle possibili applicazioni terapeutiche dell’endoscopia. 

 

I vantaggi dell'endoscopia

Le possibilitá possono essere diverse e importanti, come, per esempio, fermare un’emorragia di un'ulcera gastrointestinale, o ripristinare un intestino ostruito da un tumore grazie a uno stent. Un endoscopia d’urgenza permette di diagnosticare la causa di un sanguinamento e di tenerlo sotto controllo con diverse tecniche (sclerosi, punti, elettrochirurgia, argon, etc.) onde evitare operazioni inutili e rischiose. L’endoscopia dunque, oltre ad essere un ottimo metodo per la diagnosi di malattie gravi come l’ulcera o il cancro, consente anche il trattamento e la risoluzione di patologie molto frequenti. I progressi nel campo dell’endoscopia hanno obbligato alcuni gastroenterologi a doversi “super-specializzare” in questa nuova tecnica chiamata endoscopia alta.

 

Endoscopia: come funziona?

La procedura piú comune è l´esportazione dei polipi (piccole escrescenze della muscosa intestinale che possono evolvere in tumori), per prevenire il cancro al colon. L’endoscopia permette anche di trattare efficacemente malattie come l’acalasia (una malattia che affetta l’esofago e lo stomaco), varici esofagee o qualsiasi problema del tratto gastrointestinale che ostacola il passaggio del cibo o del contenuto dell’intestino. Accedendo all’apparato digerente tramite la bocca o il retto, è possibile introdursi fino alle vie biliari e, dunque, rimuovere calcoli o tumori. Come giá detto, la patologia piú frequente sono gli adenomi gastrici e la loro esportazione (polipectomia). Quando uno specialista esegue una endoscopia del colon (colonscopia) e identifica un polipo, lo asporta introducendo con l’endoscopio un elettrobisturi a forma di cappio, il quale lo taglia dalla radice e, allo stesso tempo, ferma l’emorragiaIl polipo, una volta estratto, si manda in laboratorio per analisi cliniche. Questo procedimento si ripete per tutti i polipi estratti durante la polipectomia.

 

Cose da sapere prima di realizzare una endoscopia

La preparazione dipende dalla diagnosi. In generale, l’intervento si realizza per via orale (polipectomia, chirurgia esofagea, arresto del sanguinamento di un ulcera, etc.) e richiede un digiuno assoluto di almeno sei ore. Quando invece l’approccio è per via anale, è fondamentale “ripulire” l’intestino con dei farmaci che eliminano tutti i resti fecali, lasciando il colon pulito. Molte di queste operazioni richiedono un trattamento preventivo di antibiotici o l’interruzione di farmaci coagulanti del sangue, per evitare complicazioni. L’endoscopia è una tecnica abbastanza invasiva che può risultare sgradevole e fastidiosa, e dunque si esegue sotto anestesia: il paziente non sente dolore e lo specialista puó terminare il suo lavoro in modo efficace e sicuro.

 

Rischi derivati dall’endoscopia

L’obiettivo del team medico che esegue l’intervento (endoscopista, infermiere, anestetista, ecc.) è risolvere il problema del paziente con efficacia e rapidità, riducendo al minimo il rischio di complicazioni. Nella polipectomia, possono verificarsi spesso emorragie causate dagli strumenti chirurgici, che tagliano e coagulano male. Fortuntamente, queste emorragie possono essere fermate immediatamente, evitando che il paziente perda molto sangue e senza la necessità di sospendere l’operazione. Un‘altro rischio comune a qualsiasi chirurgia endoscopica del tratto intestinale è la perforazione. Si tratta di una grave complicazione che richiede un intervento chirurgico d’urgenza per chiudere il foro. Fortunatamente, grazie alle nuove tecnologie, è ora possibile utilizzare delle tecniche di sutura attraverso lo stesso endoscopio, che permettono una riparazione immediata, e un veloce recupero del paziente.

Gastroenterologia