Il Cross-Linking corneale: l’alternativa al trapianto di cornea
Autore:Il Cross-Linking corneale è una terapia che consiste nell’instillare alcune gocce di un collirio di riboflavina sulla cornea e, successivamente, esporre l’occhio ad una radiazione UVA. Questa processo, secondo gli esperti di Oculistica, origina una reazione che rafforza il collagene corneale e contiene l’evoluzione del Cheratocono.
Vantaggi del Cross-Linking corneale
La tecnica del Cross-Linking corneale permette di ritardare o evitare un trapianto di cornea. È un ottimo metodo terapeutico, sia usato come unico trattamento allo stadio iniziale di cheratocono, sia in combinazione con anelli intercorneali e/o lenti fachiche in stadi più avanzati della malattia.
I risultati del Cross-Linking cornelae sono migliori rispetto a quelli raggiunti con il trapianto di cornea, in quanto il ristabilimento della vista è molto più rapido e non esiste rischio di rigetto. I disturbi nel postoperatorio sono minimi e la durata del procedimento è di solo 15 minuti.
È un procedimento semplice, non invasivo e che si realizza in sala chirurgica ambulatoriale, quindi senza ricovero. Inoltre, non vi è nessun rischio medico.
La preparazione del paziente
Prima di sottoporsi al Cross-Linking corneale, il paziente deve realizzare un’adeguata igiene palpebrale e applicare un collirio antibiotico fin da tre giorni prima del trattamento. Inoltre, deve rimanere a digiuno per le sei ore precedenti l’operazione.
Dopo il trattamento
Dopo essersi sottoposto alla tecnica del Cross-Linking corneale, il paziente deve portare una lente a contatto terapeutica per le prime 48-72 ore. Inoltre, deve applicare un antiinfiammatorio orale e un collirio cicloplegico per evitare disturbi o dolori. Durante questo periodo sarà normale vedere leggermente sfocato.
Per circa venti giorni il paziente dovrà applicare colliri antibiotici e antiinfiammatori, e lacrime artificiali per tre mesi. Il paziente dovrà evitare di truccare l’occhio e di bagnarlo con acqua non sterile per i primi 15 giorni.
Con la collaborazione dell Dott.ssa María Teresa Iradier