L’incontinenza urinaria maschile post-operatoria

L’incontinenza urinaria maschile post-operatoria

Editato da: TOP DOCTORS® il 13/04/2024

L’incontinenza urinaria iatrogena è un disordine che peggiora notevolmente la qualità della vita del paziente, ed è spesso successivo agli interventi di prostatectomia radicale. Dai pazienti che ne sono affetti, viene addirittura considerato un problema peggiore dei disturbi della sfera sessuale. Il Dott. Maurizio Cremona, esperto in Urologia a Milano e a Varese, spiega in che modo è possibile eliminare il problema

 

 

1) Cos’è l’incontinenza urinaria post-operatoria?

Bisogna, anzitutto, distinguere l’incontinenza “da sforzo” da quella “da urgenza”, che viene solitamente trattata farmacologicamente, anche se spesso i due tipi di incontinenza coesistono dopo una prostatectomia radicale.

L’incontinenza urinaria “da sforzo” è una complicanza frequente della prostatectomia radicale. Si verifica nel 60%-80% degli operati, ma si risolve con trattamenti conservativi (ad esempio con fisioterapia), nei primi mesi nella maggior parte dei casi. Soltanto il 10% dei pazienti presenta incontinenza “da sforzo” dopo 12 mesi dall’intervento.

 

2) Perché la prostatectomia spesso causa incontinenza urinaria?

La causa più comune d’incontinenza è l’insufficienza postoperatoria dello sfintere uretrale esterno, dovuta ai cambiamenti dell’uretra e dello sfintere provocati dalla chirurgia. La prostatectomia radicale è la prima causa di incontinenza maschile iatrogena, mentre una minoranza di casi riguarda i pazienti che hanno subito la resezione transuretrale (TUR) o l’irradiazione della prostata.

Durante la prostatectomia radicale, infatti, possono essere danneggiati i muscoli, il tessuto connettivo e il supporto vascolare o neurologico. Gli studi suggeriscono che circa il 90% dei pazienti hanno incontinenza derivata dal danno dello sfintere striato dell’uretra (deficienza intrinseca dello sfintere). Un’altra causa di alterazione sfinterica è rappresentato dalla riduzione della lunghezza dell’uretra membranosa: minore è la lunghezza residua dell’uretra, maggiore è il grado di incontinenza. Anche il dislocamento caudale, cioè l’abbassamento, dell’uretra, può alterare la funzione del meccanismo sfinterico, provocando l’incontinenza. Questo abbassamento può dipendere dal danno su vari elementi di supporto dell’uretra, tra cui la fascia di Denonvilliers, il muscolo elevatore dell’ano e i legamenti pubo-prostatici e pubo-vescicali.

 

3) Come si tratta l’incontinenza urinaria maschile post-operatoria?

Le diverse terapie includono sia trattamenti conservativi (ad esempio esercizi di stimolazione dei muscoli del piano pelvico), che trattamenti chirurgici. Il trattamento chirurgico, per cui è bene attendere almeno sei mesi dalla prostatectomia, viene considerato se vi è il fallimento di quelli conservativi.

 Lo sfintere urinario artificiale è stato considerato a lungo il trattamento standard per l’alta percentuale di successo. Purtroppo, le complicanze postoperatorie sono molto elevate e, comunque, i pazienti richiedono trattamenti meno invasivi dopo aver già subito una prostatectomia.

Negli anni sono stati sviluppati molti trattamenti mininvasivi per l’incontinenza persistente. Tra questi, varie procedure con sling sull’uretra bulbare, che agiscono per compressione. L’AdVance sling è indicato nei pazienti con incontinenza persistente, stabile, di grado lieve-moderato, che presentano una residua funzione sfinterica. L’AdVance sling, infatti, riposiziona lo sfintere uretrale striato dentro la pelvi ed aumenta la lunghezza funzionale dell’uretra membranosa. Si tratta, quindi, di un trattamento meno ostruttivo e più dinamico.

 

4) In cosa consiste l’AdVance sling per l’incontinenza urinaria maschile?

L’AdVance sling è una rete di monofilamento di polipropilene che viene sistemata dietro la parte prossimale del bulbo uretrale e viene fatta passare bilateralmente attraverso il forame otturatorio. Lo sling compensa la lassità, dovute alla prostatectomia, delle strutture di supporto e ripristina l’anatomia del complesso uretrale secondo la normale configurazione pre-prostatectomia. Una volta che lo sling viene appropriatamente teso, il bulbo uretrale viene risollevato di 3-4 cm e ricollocato nella primitiva posizione preoperatoria.

Il principio su cui si basa lo sling AdVance è quello di riposizionare lo sfintere uretrale all’interno della pelvi. L’uretra posteriore viene spostata in una posizione più prossimale senza disturbare il meccanismo sfinterico. Anche l’uretra membranosa viene spostata in una posizione craniale e posteriore sul pavimento pelvico, e ciò aumenta la lunghezza funzionale dell’uretra membranosa. L’allungamento espande la zona di captazione del meccanismo sfinterico, migliorando, perciò, l’efficacia nel mantenimento della continenza.

L’AdVance sling migliora la funzione dello sfintere esterno e fornisce supporto alla porzione distale dell’uretra membranosa. Questo supporto agisce da chiusura durante gli sforzi (tosse, sollevamento di pesi, etc.). Inoltre, gli studi urodinamici dimostrano che questa modalità di trattamento non provoca alcuna ostruzione uretrale.

 

5) Tutti i pazienti con incontinenza urinaria possono sottoporsi al trattamento AdVance sling?

Il miglior candidato a questa procedura sembra il paziente con incontinenza moderata, anche se le percentuali di successo con i pazienti con incontinenza grave sono inferiori di poco.

 

Editor Karin Mosca

Urologia a Milano