L'intervento chirurgico per il tumore al colon

L'intervento chirurgico per il tumore al colon

Editato da: Antonietta Rizzotti il 26/07/2023

L’intervento per la rimozione del cancro al colon nel corso dei decenni ha registrato significativi passi avanti nell’ottica di una minor invasività e maggior efficacia

In cosa consiste l’operazione chirurgica per il tumore al colon? 

L’intervento chirurgico deve rispondere ai principi della chirurgia oncologica. Insieme al tratto di colon interessato dalla neoplasia deve essere asportato il corrispondente tratto di mesocolon, ovvero quel ventaglio in cui sono contenuti i vasi sanguigni arteriosi e venosi che nutrono quella parte di grosso intestino, i linfonodi ed i dotti linfatici che drenano la linfa dal medesimo. Solo in tal modo sarà possibile definire lo stadio della malattia e su questo esprimere una previsione di prognosi e stabilire la necessità di altre forme di terapie adiuvanti da effettuare dopo la chirurgia. L’asportazione di un adeguato numero di linfonodi è fondamentale per una corretta stadiazione. Nel caso vi fossero metastasi a distanza le strategie sono molteplici e caso per caso devono essere concordate nelle modalità e nei tempi in stretta collaborazione con gli oncologi. È fondamentale che a trattare questi pazienti sia una equipe plurispecialistica che pianifichi e programmi i vari momenti terapeutici.

Ci sono diversi tipi di intervento per il tumore al colon? 

Il tipo di intervento cambia in base alla sede del tumore mentre le dimensioni non lo influenzano a meno che, per diffusione ad organi vicini, non siano indicate resezioni complementari. Volendo semplificare, gli interventi codificati e più frequenti sono la emicolectomia destra, quella sinistra, la resezione del trasverso e la colectomia sinistra alta. Tutti rispondono alla necessità di asportare non solo la porzione di colon sede del tumore ma anche tutto il territorio vascolare e linfatico corrispondente. 

Esistono delle tecniche mininvasive?

Alcune tipologie di tumore al colon in fase precoce possono essere efficacemente trattati con resezioni endoscopiche. Naturalmente, l’esame istopatologico completo, effettuato dopo l’asportazione, dovrà confermare che le caratteristiche corrispondano a quelle in cui tale tipo di terapia offre risultati equivalenti alla chirurgia. Per quanto attiene alla chirurgia laparoscopica è dimostrato da molti anni che essa ottiene risultati quantomeno equivalenti a quelli della chirurgia tradizionale con il vantaggio di un minore trauma per il paziente e di una più rapida ripresa delle normali attività.

Come ci si prepara ad un intervento per il tumore al colon?

Dipende in gran parte dalle scelte del chirurgo. Molti eseguono una preparazione intestinale simile a quella della colonscopia, altri solo una dieta priva di scorie per alcuni giorni prima dell’intervento e un enteroclisma di pulizia prima dello stesso. L’accordo unanime è sulla dieta priva di scorie. Quanto al ricovero oggi si tende, ove possibile, a limitare al massimo la degenza preoperatoria e il ricovero avviene in genere il giorno precedente.

Cosa ci si deve aspettare dopo l’intervento?

La ripresa varia, naturalmente, da individuo a individuo anche in relazione alle condizioni generali pre-esistenti. Non è possibile generalizzare ma, per una persona in buona salute e che non abbia avuto complicazioni, si può presumere che sarà in grado di tornare alle normali attività quotidiane entro una decina di giorni e al lavoro, se non particolarmente impegnativo per il fisico, entro venti/trenta. Questi tempi sono notevolmente più brevi per gli interventi eseguiti in laparoscopia perché l’assenza di grandi incisioni della parete addominale facilita la ripresa. In genere non è necessaria una dieta particolare; nei primi giorni si consiglia di non eccedere in alimenti ricchi di fibre quali frutta e verdure. Le cicatrici sono minime per la laparoscopia (in genere 4 o 5 piccole incisioni da 5mm a 15mm ed una piccola laparotomia di servizio da cui viene estratto il pezzo operatorio, che di norma non supera gli 8–10 cm), ovviamente più grandi per gli interventi condotti in chirurgia aperta che di norma vengono eseguiti con incisioni mediane. Nella chirurgia del colon la colostomia è raramente necessaria e rappresenta una eccezione talora dettata da condizioni locali o circostanze del tutto particolari.

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