Lesioni precancerose: l’importanza della diagnosi precoce

Lesioni precancerose: l’importanza della diagnosi precoce

Editato da: Veronica Renzi il 24/08/2023

Le nuove strumentazioni e tecniche diagnostiche oggi disponibili consentono una diagnosi precoce in molte patologie oncologiche per agire tempestivamente ed evitare la diffusione di metastasi. La Dott.ssa Claudia Randazzo, esperta in Gastroenterologia, ci parla di quanto sia importante verificare la presenza di lesioni precancerose del tratto digestivo in tempi rapidi

Perché è importante fare una diagnosi rapida dei tumori?

Grazie all’identificazione di lesioni che preludono allo svilupparsi della neoplasia vera e propria, si può evitare che queste possano degenerare, trasformandosi in neoplasie maligne che mettono a rischio la vita del paziente.

È ovvio che sia preferibile prevenire la patologia neoplastica piuttosto che curarla, in modo da evitare l’evolversi della malattia fino agli stadi più avanzati. Si cerca pertanto di attuare una sorta di profilassi secondaria.

Perché la diagnosi precoce è particolarmente importante in Gastroenterologia?

In Gastroenterologia si hanno degli strumenti diagnostici (endoscopia) in grado di individuare eventuali lesioni precancerose, permettendo al medico di effettuare diagnosi precoce e di intervenire in modo poco invasivo.

Naturalmente, tutto ciò non sarebbe possibile se non fossero state identificate quelle condizioni e quelle lesioni che ci segnalano l’alta probabilità di sviluppo di un cancro.

Cosa s’intende per condizione precancerosa?

Una malattia o un quadro clinico in cui vi è una probabilità superiore al normale che si sviluppi un tumore è da considerarsi ad una condizione precancerosa.

Rientrare in questa condizione non significa necessariamente essere predestinati a sviluppare un tumore, ma rende consapevole il paziente di correre un rischio maggiore rispetto ad altre persone, incoraggiandolo a dedicare più attenzioni al problema e a prevenire lo svilupparsi di una malattia grave.

Ad esempio, si trovano in una condizione precancerosa i pazienti affetti da malattie infiammatorie dell'intestino, come la colite ulcerosa e il morbo di Crohn, da poliposi familiare o che presentano in famiglia casi di tumori del tratto digestivo. Altre malattie che espongono ad un alto rischio di cancro sono la gastrite atrofica e la metaplasia colonnare e intestinale della mucosa esofagea, più nota con il nome di esofago di Barrett.

Naturalmente, si devono evitare eccessivi allarmismi e affidarsi alle cure dello specialista, che proporrà gli esami più adatti ad ogni singolo caso.

Cosa sono, invece, le lesioni precancerose?

Gli esami proposti dal medico hanno lo scopo di individuare in tempi rapidi le lesioni precancerose, ossia quelle alterazioni anatomiche che rappresentano la prima fase della degenerazione neoplastica, cioè l’evoluzione del tumore.

Basterà asportare le lesioni precancerose per prevenire l’evolversi del cancro.

Che tipi di lesioni precancerose esistono in Gastroenterologia?

Le lesioni precancerose più comuni sono i polipi adenomatosi dell'intestino (polipi intestinali), che possono essere facilmente asportati con l’endoscopia, evitando l'insorgenza di cancro al colon.

In ogni caso, è comunque la displasia la lesione precancerosa più frequente del tratto gastroenterico. Si tratta di un’alterazione rilevabile soltanto al microscopio, ma che può essere sospettata da un endoscopista esperto, che nota delle irregolarità sospette della mucosa. Prelevando un piccolo campione bioptico da inviare all’esame istologo, si potrà studiare la natura della lesione.

La displasia può insorgere in corso di malattie infiammatorie croniche dell'intestino, della gastrite atrofica e dell’esofago di Barrett. Inoltre, può essere di vario grado, da lieve a severa, e soltanto quest’ultima richiede interventi terapeutici urgenti: in alcuni casi sarà sufficiente una tecnica endoscopica mininvasiva; in altri sarà necessario un intervento chirurgico, anche di tipo demolitivo.

Per concludere, bisogna ricordare che sono stati definiti dei protocolli diagnostico-terapeutici utili a definire i tempi di sorveglianza e le terapie più efficaci per trattare i pazienti con condizioni precancerose.

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