Nuove procedure per curare le lesioni ossee

Nuove procedure per curare le lesioni ossee

Editato da: Serena Silvia Ponso il 08/03/2024

Il tessuto osseo è uno degli elementi del nostro corpo umano con maggior capacità di rigenerazione. Gran parte delle persone che hanno sofferto di lesione ossea sicuramente hanno sperimentato in maniera diretta il processo fisiologico della riparazione ossea; per vari motivi, solo l’8-10% delle fratture ossee non si risolve correttamente. Il nostro esperto in Ortopedia e Traumatologia ci informa sugli ultimi sviluppi in merito alla cura delle lesioni ossee

Come si riparano le ossa?

Il processo di riparazione ossea avviene in questo modo: dopo una grave fattura, se i frammenti si ricompongono e si stabilizzano in maniera adeguata, durante le prime settimane si verifica il complesso processo di cicatrizzazione delle ossa e, dopo alcuni mesi, la frattura sarà riparata. Quando i chirurghi ortopedici e traumatologi riparano tali fratture o correggono alcune deformità non fanno altro che sfruttare la capacità rigenerativa del tessuto osseo.

Tecniche per curare le lesioni ossee

Attualmente vi sono molte terapie dedicate esclusivamente alla riparazione ossea nella forma più efficace per ciascun tipo di frattura. È possibile utilizzare qualsiasi tipo di materiale specifico per la riparazione di determinate ossa: placche anatomiche e modellabili che si adattano al tipo e alla consistenza delle ossa, chiodi di diversa forma che, insieme a sistemi di fissaggio, dinamizzano o stabilizzano i montaggi e, infine, fissatori esterni capaci di effettuare correzioni progressive guidati da software informatici.

Gli ultimi sviluppi: il chiodo endomidollare

Un altro passo avanti è l’introduzione della tecnologia elettronica nell’utilizzo delle protesi che si utilizzano per la ricostruzione delle ossa. Oggi esistono già chiodi endomidollari come quelli che si utilizzando per la stabilizzazione delle fratture delle ossa lunghe: questi chiodi dispongono di un meccanismo elettronico connesso a una mini-antenna che si connette a un recettore collocato sotto-pelle che, ricevendo un impulso di una fonte esterna determinata, può produrre un allungo controllato dell’osso.

Tali chiodi si utilizzano per realizzare gli allungamenti in una forma più efficace, meno aggressiva e senza l’utilizzo di fissatori esterni. Con queste tecniche non è necessario effettuare alcun tipo di innesto osseo per aiutare la rigenerazione dell’osso: questo va a formarsi progressivamente, così come accade quando si produce una frattura e viene correttamente immobilizzata.

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