Stalking: il violento abbandonato

Stalking: il violento abbandonato

Editato da: TOP DOCTORS® il 13/04/2024

Quando il violento viene abbandonato ricorrerà alla sua fondamentale risorsa: la violenza. Il Dott. Furio Ravera, esperto in Psichiatria a Milano, ci delinea il profilo dello stalker, un uomo che sfrutta l’arma dell’insistenza per rovinare la vita della donna che l’ha lasciato

 

 

In cosa consiste la violenza?

Durante la fase dell’abbandono, la violenza caratterizzerà tutti i tentativi di relazionarsi con la vittima. La prima maschera della violenza è l 'insistenza, troppo volte sottovalutata. Attraverso l’insistenza, infatti, si cerca di indurre una persona a fare una cosa che non desidera fare. Cos’è questa se non una forma di violenza?

Sono analogamente violenti anche quei comportamenti di segno apparentemente opposto: tentati suicidi, strumentalizzazioni di crisi depressive, gesti autolesionistici di varia natura che allarmano la partner ed hanno lo scopo d’integrare l'assedio con sentimenti di colpa.

 

Cosa deve fare la vittima?

In questi casi la vittima dev’essere consapevole del disagio che questi comportamenti le generano, al fine di coglierne attraverso l'effetto che producono, la loro essenza violenta.

Il lavoro di sostegno con le donne oggetto di violenza si fonda sulla facilitazione della consapevolezza di quello che stanno sperimentando e sulla decifrazione dei sentimenti di colpa che eventualmente sperimentano. Naturalmente bisogna fare attenzione a non generare sentimenti di segno vendicativo nella vittima, in quanto questo non è lo scopo del sostegno. 

Lo scopo fondamentale è quello di avere una lucida visione della situazione, al fine di scegliere i comportamenti più efficaci da tenere per recuperare il pieno possesso della propria libertà insieme all'allestimento di buoni dispositivi di difesa.

 

Editor Karin Mosca
 

Psicologia a Milano