Arteriosclerosi e Aterosclerosi

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La redazione di Top Doctors

Cosa sono l'arteriosclerosi e l'aterosclerosi?

Arteriosclerosi e aterosclerosi costituiscono alterazioni degenerative a carico di struttura e componenti della parete arteriosa, che nella maggior parte dei casi coesistono in misura variabile. I due termini corrispondono a due diverse teorie sulla malattia arteriosa che contrapposero aspramente gli scienziati nel diciannovesimo secolo, in particolare i due patologi di origine boema Rudolf Virchow e Karl Rokitansky, e che oggi sono sostanzialmente riunite in una teoria che riconosce come vere le intuizioni di entrambi.

Sangue e globuli rossi

Con arteriosclerosi s’intende principalmente un aumento delle cellule muscolari lisce e del tessuto di sostegno, il collageno, che sono responsabili di un irrigidimento della parete arteriosa (“sclerosi”). L’aterosclerosi, invece, consiste nell’infiltrazione della parete arteriosa da parte di lipidi (grassi) e cellule e molecole con attività infiammatoria. Variamente associate queste alterazioni conducono alla formazione di “placche” nei vasi arteriosi che, restringendo il calibro dei vasi, possono limitare il flusso sanguigno e quindi l’apporto di ossigeno e sostanze nutritive ai tessuti.

In base alla composizione strutturale e alla tendenza a produrre manifestazioni cliniche acute o croniche si possono distinguere placche così dette “stabili” e placche “vulnerabili”.

Quali sono i sintomi?

La malattia atero-arteriosclerotica ha solitamente una lunga fase asintomatica, che può durare vari anni, per diventare sintomatica quando la placca “stabile” restringe notevolmente il diametro del vaso interessato, oppure si verifica una occlusione improvvisa, acuta, generalmente per la rottura di una placca “vulnerabile” e la formazione di un coagulo (“trombo”) all’interno del vaso che arresta completamente il flusso di sangue. I sintomi dipenderanno dal territorio vascolare interessato e questi si manifesteranno a seconda dell'organo colpito. In particolare, nel caso della malattia aterosclerotica delle arterie coronarie, che distribuiscono il flusso di sangue al tessuto cardiaco, una placca stabile che produca un restringimento di un vaso principale di almeno il 60-70% limita la possibilità di aumentare il flusso di sangue durante sforzo e si manifesta con la così detta angina ed ischemia da sforzo, che per definizione è transitoria e cessa con l’interruzione dello sforzo; invece, una placca “instabile” che per vari meccanismi dia luogo ad una occlusione trombotica completa e duratura della coronaria conduce all’infarto miocardico acuto.

Quali sono le cause dell'arteriosclerosi e dell'aterosclerosi?

Lo sviluppo e la progressione nel tempo della patologia atero-arteriosclerotica sono in parte associati all’invecchiamento ed in larga misura sono favoriti dagli effetti nocivi dei così detti “fattori di rischio” maggiori come il fumo, il diabete, l’ipertensione arteriosa, l’ipercolesterolemia e le dislipidemie in genere.  Sicuramente esiste una diversa suscettibilità alla malattia su base genetica tra individui diversi, e la ricerca in tale ambito è attualmente molto attiva, per poter individuare e proteggere tempestivamente i soggetti maggiormente esposti. È noto inoltre che le donne godono di un certo grado di protezione rispetto agli uomini di pari età, ma solo fino alla menopausa, e si ritiene che stile di vita sedentario, obesità e stress possano svolgere un qualche ruolo in questa patologia. In sintesi, se molto è conosciuto a proposito di questa malattia, non mancano aspetti ancora da indagare e svelare per poter arrivare ad una vera e propria personalizzazione delle misure preventive, diagnostiche, e terapeutiche.

Si può prevenire?

Le misure di prevenzione si basano essenzialmente sull’adozione sin dall’età giovanile di un corretto stile di vita caratterizzato da astensione dal fumo, dieta equilibrata povera di grassi animali, esercizio fisico regolare, mantenimento di un peso ideale, controllo periodico dei fattori di rischio (misurazioni occasionali della pressione arteriosa, della glicemia, del colesterolo).

È importante un approccio “globale” al contenimento dei fattori di rischio, perché la loro coesistenza ha un effetto non semplicemente additivo ma sinergico (l’effetto sfavorevole dei vari fattori di rischio si potenzia anziché sommarsi semplicemente). In base ai valori dei vari fattori di rischio si possono elaborare tabelle di rischio che attribuiscono a ciascun soggetto una probabilità di sviluppare un evento clinico a distanza di tempo bassa, intermedia o alta. Queste valutazioni avranno un impatto rilevante per indirizzare o meno il paziente ad indagini come un test da sforzo o altre metodiche di imaging per una diagnosi precoce di malattia.

Trattamento per l'arteriosclerosi e l'aterosclerosi?

Essendo la malattia atero-arteriosclerotica multifattoriale e con manifestazioni cliniche molto variabili, anche quando ci limitiamo a considerare la semplice dimensione coronarica e miocardica, il trattamento sarà anch’esso necessariamente multifattoriale, e fortemente orientato dal fatto di essere in presenza di una patologia asintomatica, o di una sindrome coronarica cronica oppure di una sindrome coronarica acuta.

In sintesi, nella patologia asintomatica i fondamenti della terapia sono l’adozione di uno stile di vita “virtuoso” (vedi sopra), la riduzione ottimale anche farmacologica dei fattori di rischio, e la riduzione della progressione della patologia con misure igienico-dietetiche e farmaci. Fondamentali sono i farmaci antipertensivi e antidiabetici in presenza di ipertensione arteriosa e diabete, mentre le statine sembrano avere un effetto “protettivo” e di stabilizzazione della placca anche in soggetti con colesterolo considerato normale. Gli antiaggreganti come l’aspirina a basso dosaggio trovano indicazione nei pazienti diabetici a più alto rischio.

Se la malattia evolve verso lo sviluppo di sindromi cliniche, nelle sindromi coronariche acute come l’infarto miocardico acuto con occlusione coronarica completa la terapia ottimale consiste nella disostruzione la più rapida possibile del vaso occluso generalmente mediante angioplastica o intervento chirurgico di bypass coronarico in casi molto limitati.

Nelle sindromi cliniche coronariche croniche non vi è in generale un chiaro beneficio della terapia “disostruttiva” mediante angioplastica rispetto alla sola terapia farmacologica, e qualsiasi decisione terapeutica deve essere personalizzata il più possibile in ciascun paziente in base alla presenza ed estensione dell’ischemia miocardica, allo stato delle coronarie, al profilo di rischio globale ed altri fattori.

In tutti i casi, le misure igienico-dietetiche e preventive sono parte imprescindibile nella prevenzione e terapia cronica della malattia.

Considerando l’ampia variabilità di presentazione della malattia ed il vario impatto dei fattori di rischio nei singoli pazienti, è raccomandabile sempre una valutazione specialistica esperta capace di attuare un approccio personalizzato al singolo paziente nel contesto generale della conoscenza e rispetto delle linee guida europee in proposito.