Passato, presente e futuro. Nuove tecniche nell'ambito della traumatologia

Passato, presente e futuro. Nuove tecniche nell'ambito della traumatologia

Editato da: Antonietta Rizzotti il 18/12/2023

Da molti secoli l’essere umano è consapevole della possibilità di poter manipolare e immobilizzare gli arti fratturati direttamente dall’esterno. Sin dai tempi antichi gli esseri umani hanno sperimentato varie tecniche per rimediare alle fratture. Il nostro esperto fa il punto sulle nuove tecniche odierne nell'ambito dell'Ortopedia e della Traumatologia 

La fissazione esterna nell’ambito della traumatologia

Già nelle opere di Ippocrate (460-377 a.C.) vi sono riferimenti a sistemi elaborati di fissaggio esterno che permettono di immobilizzare e stabilizzare le fratture. Il concetto attuale di fissaggio esterno risale alla seconda metà del 1800, successivo alla comparsa dell’anestesia e antecedente alla scoperta degli antibiotici. 

Con fissazione esterna si definisce l’immobilizzazione dei diversi frammenti di una frattura mediante l’inserimento di chiodi che vengono a formare un sostegno esterno. In passato i primi modelli di sostegno dell’articolazione si appoggiavano alle giunture muscolo-tendinee, fin quando non sono arrivate ad essere più invasive in tempi più recenti poiché possono attraversare l’osso o appoggiarsi ad esso. 

dottore che guarda una lastra

La distrazione osteogenetica nell’ambito della traumatologia

La fissazione esterna è imprescindibile nel trattamento di gravi fratture aperte degli arti inferiori, così come lo è la fase successiva; negli ultimi anni, difatti, si è sviluppata una tecnica efficace per la rigenerazione ossea e della ricostruzione dell’apparato scheletrico, denominata distrazione osteogenetica. La tecnica mira a sviluppare alcune parti anatomiche come arti o tessuti molli.

Questa tecnica è utile per la ricostruzione della massa ossea e presenta risultati efficaci e al di sopra delle aspettative. Permette di correggere persino deformazioni delle ossa (angolari o di rotazione). 

I tempi di recupero della distrazione osteogenetica

Come abbiamo detto, la distrazione osteogenetica rappresenta un metodo di ricostruzione eccellente, superiore a quello tradizionale; tuttavia, necessita di tempi lunghi per il trattamento poiché sono necessari tra i 2 e i 4 mesi di trattamento per ciascun centimetro ricostruito. Proprio per questo motivo, gli sforzi della medicina si stanno concentrando su come ridurre drasticamente i tempi di guarigione, associando a tale trattamento prodotti biologici o farmaci che accelerano lo sviluppo dell’osso.

Tali metodi per il trattamento delle fratture e delle malformazioni ossee si utilizzano attualmente nella chirurgia ricostruttiva dell’apparato locomotore; la distrazione osteogenetica permette di risolvere infinite patologie osteo-articolari e contribuisce a risolvere problemi che nascono durante il trattamento chirurgico dei pazienti.

Ortopedia e Traumatologia a Milano