Protesi d'anca: l'intervento di chirurgia mininvasiva

Protesi d'anca: l'intervento di chirurgia mininvasiva

Editato da: Serena Silvia Ponso il 15/05/2023

L’articolazione dell’anca è spesso soggetta a patologie artrosiche o traumi. In tali casi occorre sostituire tale articolazione con una artificiale che svolge le medesime funzioni di quella naturale. Come ci spiega il Dott. Giuseppe Pica, esperto in Ortopedia e Traumatologia, la protesi d’anca viene impiantata chirurgicamente e, grazie ai trattamenti mininvasivi, permette un rapido ritorno alle normali attività quotidiane

Come è fatta una protesi d’anca?

Esistono diversi tipi di protesi d’anca ma sono tutte costituite dalle stesse componenti: un cotile (in lega di titanio o di cobalto-cromo), che è una coppa che viene inserita nell’acetabolo; uno stelo, anch’esso in lega metallica che viene inserito nel femore, e una testina sferica che si articola nel cotile e che può essere costituita da metallo o ceramica. Le protesi, inoltre, possono essere cementate, cioè impiantate nell’osso con l’utilizzo di cemento, oppure non cementate. In quest’ultimo caso l’ancoraggio all’osso avviene in maniera biologica.

 

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Cosa rende necessaria una protesi d’anca?

L’impianto di una protesi d’anca si rende necessario in caso di frattura del collo del femore oppure in presenza di un’artrosi (coxartrosi) che determina una grave limitazione funzionale dell’anca con dolore e difficoltà a camminare. Nel caso dell’artrosi l’intervento viene consigliato quando il trattamento farmacologico e quello fisioterapico non danno i risultati sperati.

Quali sono i vantaggi della protesi d’anca?

La protesi d’anca ci permette di ristabilire la funzionalità dell’articolazione coxo-femorale in modo che il paziente possa ritornare a camminare nel più breve tempo possibile e praticare le normali attività quotidiane.

Quali tipologie di intervento vi sono?

Abbiamo già detto che la protesi d’anca può essere cementata o non cementata. Noi preferiamo impiantare quest’ultimo tipo di protesi in quanto l’integrazione tra osso e componenti protesiche avviene in maniera biologica senza l’interposizione di materiale estraneo come il cemento. Inoltre, noi utilizziamo una tecnica di approccio mini-invasiva con una ridotta via di accesso, che ci permette di avere meno perdite di sangue durante l’intervento, meno infezioni e tempi di recupero molto più rapidi.

Quali sono le tappe post-intervento di protesi d’anca?

Dopo l’intervento è necessario iniziare al più presto un trattamento riabilitativo. In prima giornata post-operatoria il paziente viene mobilizzato con esercizi di kinesi attiva e passiva. In seconda giornata può assumere la posizione seduta e già in terza giornata, se non ci sono controindicazioni, il paziente viene messo in ortostatismo e inizia i primi esercizi di deambulazione assistita. Il trattamento fisioterapico potrà poi anche continuare in una struttura di riabilitazione. Per i primi mesi post-intervento, comunque, il paziente dovrà osservare particolare cautela in determinati movimenti come l’extrarotazione e la flessione eccessiva dell’anca.

 

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