La chirurgia mininvasiva per la cisti sacro-coccigea

La chirurgia mininvasiva per la cisti sacro-coccigea

Editato da: TOP DOCTORS® il 13/04/2024

Il Prof. Luigi Basso, esperto in Colonproctologia a Roma, ci parla della malattia pilonidale, diagnosticabile con una semplice visita chirurgica e trattabile con tecniche mininvasive

 

Cos’è la cisti sacro-coccigea?

La cisti e fistola sacro-coccigea (CSC), detta anche malattia pilonidale, si manifesta in genere nel solco intergluteo o nelle sue adiacenze ed è una patologia acquisita. In Latino la condizione è chiamata "Sinus Pilonidalis" e significa “recesso in cui si annida il pelo”. Ciò descrive perfettamente le caratteristiche e la natura, benigna, di questa malattia. Nella CSC, piccoli elementi superficiali cutanei (come ad esempio peli, detriti cellulari esfoliati, ecc.) si incarniscono e crescono in profondità senza riuscire ad essere espulsi e fuoriuscire dal nostro corpo. Il rischio, quindi, è che con il passare del tempo questo materiale estraneo possa provocare un ascesso. La CSC è quindi una patologia "dermatologica" che colpisce frequentemente gli uomini (l’incidenza è circa di tre volte maggiore che nelle donne) e può essere suddivisa in due fasi: acuta con ascesso o cronica.

 

Sintomi della cisti sacro-coccigea

Al momento dell’osservazione medica, una CSC può presentare i seguenti quadri clinici:
-    Cisti (una o più)
-    Tramite/i ed orifizio/i fistoloso/i  
-    Avvallamento/Tumefazione dolorosa
-    Arrossamento
-    Secrezione sierosa/ematica/purulenta/ maleodorante
-    Possibile febbre e malessere generale
-    Infezioni e/o ascessi acuti recidivanti

 

Trattamento tradizionale della cisti sacro-coccigea

Il trattamento iniziale consiste nel mantenere l'area della CSC con gli orifizi fistolosi pulita, detersa, e depilata. Alcuni ricercatori hanno provato ad applicare del fenolo nella zona interessata, ma senza grandi risultati. Generalmente, nella maggior parte dei casi è necessario l’intervento chirurgico. Nei centri di chirurgia generale non specializzati, durante l’intervento vengono asportate aree di dimensioni notevoli, il che implica forte dolore postoperatorio, numerose medicazioni in ambulatorio ed una lunga convalescenza di circa 2-3 mesi. Questo tipo di ferita, se lasciata aperta, necessita infatti di molto tempo per guarire. Nel caso invece si tenti la sutura, questa, il più delle volte si riapre (deiscenza). 

 

Chirurgia mininvasiva della cisti sacro-coccigea

Come già accennato, la CSC è una malattia prettamente "dermatologica" e, per tale motivo, non è concettualmente necessario eseguire ampie resezioni chirurgiche, tranne casi particolari. Secondo gli studi di John Bascom (1980) e come anche dimostrato dai numerosi casi da noi trattati (>700 pazienti), è possibile trattare la CSC mediante un intervento mirato ai soli orifizi cutanei fistolosi centrali e laterali, alla(e) fistola(e) ed alla(e) cisti, eseguendo una o più fistulectomia(e) ed una o più cistectomia(e). Le resezioni previste in questo trattamento possono essere eseguite o mediante bisturi, seguendo la tecnica originale di Bascom, o con trefine o punch (curettes) per biopsia, seguendo invece una recente modifica Israeliana (Gips, 2008). Attualmente, noi eseguiamo una tecnica che combina la geniale intuizione di Bascom con la modifica degli Israeliani. Per drenare gli ascessi possono essere necessarie altre incisioni, più ampie, nelle zone laterali dove le ferite guariscono più rapidamente, cercando di lasciare la zona "critica" centrale il meno traumatizzata chirurgicamente possibile. In ultima analisi, la tecnica di Bascom-Gips che noi eseguiamo consiste in un "carotaggio" (prelievo) eseguito mediante punch da biopsia agendo sia lateralmente (in modo più generoso) che medialmente (solco intergluteo), nel modo più conservativo possibile. I punch da biopsia che noi usiamo hanno misure variabili da 3 ad 8 mm e le ferite chirurgiche di conseguenza, pur essendo multiple, sono in genere di queste piccole dimensioni. Questo non avviene, ovviamente, nei casi in cui la malattia sia giunta alla nostra osservazione essendo già di dimensioni più cospicue. L'intervento viene eseguito in anestesia locale e dura tra i 20 ed i 40 minuti. Una minor durata sarebbe solo indice di una minor cura nell'eseguire l'intervento che, invece, va eseguito con molta attenzione. Il paziente, in genere, dopo 3 ore può rientrare a casa o in albergo.

 

Postoperatorio della cisti sacro-coccigea

In seguito all’intervento mini-invasivo di Bascom-Gips, si potranno riprendere le attività quotidiane in breve tempo, essendo la convalescenza molto rapida e spesso indolore (generalmente 7-10 giorni). Durante la convalescenza il paziente può già iniziare a camminare, correre e svolgere le proprie attività, limitando però la posizione seduta o l’accavallamento delle gambe per 15 gg. Al paziente verrà indicato di irrigare le piccole ferite chirurgiche per alcuni minuti, a casa, due volte al giorno per 7-15 giorni, mediante il semplice getto della doccia. Sono da aspettarsi secrezioni sierose e sieroematiche dalle ferite ancora aperte per almeno 15-20 gg. Un chirurgo pilonidale con esperienza deve essere in grado di creare trattamenti personalizzati per ogni tipo di paziente, e di non adattare quest’ultimo all’intervento. 

 

La possibilità di recidiva della cisti sacro-coccigea

La possibilità di recidiva è un’evenienza insita nel concetto stesso di malattia pilonidale. In caso di recidiva la tecnica di Bascom-Gips può essere riproposta e ri-eseguita sullo stesso paziente. Fattori come la possibilità di recidiva, nuova localizzazione, persistenza, dolore, ritardo nella ripresa delle comuni attività e complicanze, il più delle volte sono legati a fattori generali e locali del paziente e della propria malattia pilonidale, che può variare da persona a persona.

 

Editor: Valerio Bellio

Colonproctologia a Roma