ADHD: come viene diagnosticato?

ADHD: come viene diagnosticato?

Editato da: Alice Cattelan il 21/03/2023

La quinta edizione del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders indica che l’ADHD è un disturbo del neurosviluppo che è caratterizzato dalla presenza di un modello persistente di disattenzione, impulsività e/o iperattività. In questo secondo articolo della Dott.ssa Alessandra Bottino parliamo di come viene diagnosticato questo disturbo

Quando insorge il disturbo da deficit di attenzione e iperattività?

I segnali della presenza di ADHD compaiono nell’infanzia (età evolutiva) e, di solito, si manifestano in modo più evidente con l'ingresso nella scuola primaria. In età prescolare è più spesso riportata un'eccessiva attività motoria, mentre con l'inizio della scuola elementare diventano più evidenti i sintomi di disattenzione. Inoltre, nella maggior parte delle persone con ADHD, i sintomi dell'iperattività motoria tendono a ridursi nel tempo ma persistono irrequietezza, disattenzione, scarsa pianificazione e impulsività.L'intensità dei sintomi varia da persona a persona e può dipendere anche dai contesti in cui si vive.

Come avviene la diagnosi del disturbo?

Per il bambino con possibile ADHD è fondamentale una diagnosi tempestiva e corretta. Professionisti esperti nell’individuazione del disturbo quali ad esempio psicologi, neuropsichiatri infantili e altre figure professionali sanitarie, attraverso specifici test per bambini iperattivi, osservazioni e colloqui, possono comprendere il significato dei sintomi rilevati dai genitori. 

La diagnosi del disturbo da deficit di attenzione e iperattività è essenzialmente di tipo clinico, e quindi si effettua attraverso l’osservazione diretta del soggetto, che viene sottoposto a una serie di test sulle cosiddette funzioni esecutive quali: pianificazione, attenzione, memoria e impulsività, al fine di quantificare in maniera obiettiva il rendimento in tali ambiti rispetto all’età cronologica. Si quantifica anche il livello intellettivo, le abilità di lettura, scrittura e calcolo, gli eventuali aspetti motori o visuo-spaziali e gli aspetti emotivi.

L’ADHD è un disturbo con importanti componenti biologiche ma il contesto ambientale può favorire o al contrario contenere quelli che sono i suoi sintomi nucleari. Da qui la necessità di un lavoro integrato, allo scopo di ottenere un maggior successo rispetto alla remissione dei sintomi ADHD, chiamato “trattamento multimodale”. Questo trattamento consiste nel prendere in carico contestualmente il bambino, con terapie psicologiche e talvolta mediche e farmacologiche, la sua famiglia e la scuola.

Il professionista esperto in ADHD, partendo dal suo profilo di funzionamento del bambino, individua un percorso riabilitativo e terapeutico basandosi sul modello cognitivo-comportamentale e sul potenziamento delle singole funzioni neuropsicologiche deficitarie (pianificazione, attenzione, memoria, impulsività), oppure favorisce l’attuazione di strategie adeguate all’autonomia e organizzazione scolastica, o ancora lavora sul miglioramento delle abilità sociali piuttosto che sulla gestione delle emozioni. 

 

Se vuoi approfondire il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), puoi anche leggere il precedente articolo della Dott.ssa Alessandra Bottino: ADHD: disturbo da deficit di attenzione e iperattività

Psicologia a Roma