Cardiopatia ischemica: la malattia dei paesi sviluppati!

Cardiopatia ischemica: la malattia dei paesi sviluppati!

Editato da: Antonietta Rizzotti il 26/04/2023

Il nostro esperto in Cardiologia a Milano, il Dott. Salvatore Arcidiacono, ci parla della cardiopatia ischemica, dei suoi sintomi e delle possibili terapie

Cardiopatia ischemica: qual è la situazione attuale?

Nella nostra società moderna, fatta sempre con più abitudini voluttuarie come il fumo di sigaretta ed l’alcol, aggiungiamo poi lo scarso movimento fisico e quindi la sedentarietà, i cibi sempre più lavorati ed abbondanti, la cardiopatia ischemica sta prendendo purtroppo sempre più spazio rendendo la vita ai nostri pazienti sempre più difficile.

Possiamo definirla come: la malattia del benessere e dei paesi molto sviluppati.

Cos’è la cardiopatia ischemica?

Non è altro che la riduzione (acuta o cronica) di afflusso di sangue e quindi di ossigeno e nutrimento al cuore, che viene a mancare per una ostruzione alle arterie che nutrono il cuore stesso: le arterie coronariche.

cuore anatomico

Il cuore è nutrito da due grosse coronarie: l’arteria coronaria destra e l’arteria coronaria sinistra, che a sua volta si suddivide in altre coronarie più piccole.

Nell’infarto acuto quindi si ha uno stop, acuto appunto, al flusso di sangue in una di queste coronarie con la morte del tessuto che stava irrorando quel determinato vaso. Di conseguenza più tempo passa dallo sbarramento del sangue (avvertito dal paziente col tipico dolore al petto e\o al braccio sinistro oppure destro), più tessuto cardiaco morirà, di conseguenza con danni sempre più gravi al cuore stesso ed alla sua funzione di pompa idraulica.

È fondamentale arrivare subito in Ospedale per salvare quanto più tessuto cardiaco possibile!

Quali sono i sintomi principali da non sottovalutare in caso di infarto del cuore?

I sintomi più comuni sono:

  1. Dolore al petto;
  2. Dolore al dorso tra le due scapole;
  3. Dolore a tutto il braccio sinistro;
  4. Dolore al collo;
  5. Dolore alle mandibole (come un mal di denti);
  6. Dolore allo stomaco.

I sintomi meno comuni, ma sempre importanti, sono:

  1. Dolore alla mano sinistra;
  2. Dolore al 4° e 5° dito mano sinistra;
  3. Dolore al braccio destro;
  4. Senso di soffocamento e fame d’aria;
  5. Sudorazione diffusa;
  6. Malessere generale;
  7. Battito irregolare.

Dobbiamo ricordare però chi sono le persone che possono essere più soggette a questa patologia. Naturalmente incidono in maniera esponenziale alcuni fattori di rischio cardiovascolare, come:

  1. Fumo di sigaretta;
  2. Sedentarietà;
  3. Obesità e Sovrappeso;
  4. Ipertensione Arteriosa;
  5. Diabete Mellito;
  6. Familiarità per malattie cardiovascolari;
  7. Dislipidemia (come il Colesterolo ed i trigliceridi alti);
  8. Stress (la malattia del secolo);
  9. Sesso (i maschi sono più vulnerabili).

Quindi tutti questi fattori di rischio nel loro insieme o presi ad uno ad uno, creano le basi per la lenta o acuta chiusura delle suddette arterie coronarie.

Ma cosa fa chiudere le arterie coronarie?

Sono le cosiddette placche di colesterolo. Per far sì che questo processo di chiusura non avvenga mai, bisogna assolutamente correggere tutti fattori di rischio sopra elencati. Una buona prevenzione inizia innanzi tutto da una buona e sana cucina. Quindi tutto può iniziare a tavola. Certo, è molto difficile e complicato dire ad una paziente di mangiare secondo la dieta Mediterranea (che è stata eletta la migliore dieta al mondo) fatta naturalmente di cibi freschi, frutta secca, legumi, pesce, yogurt, poco sale, cereali, carne bianca, poca carne rossa, ed anche una regolare attività fisica-sportiva.

uomo che fuma

Seguendo semplicemente una dieta sana ed equilibrata Mediterranea si abbattono ben 6 importanti fattori di rischio come: obesità e sovrappeso; sedentarietà; dislipidemia; diabete mellito; ipertensione arteriosa e stress.

Ma come possiamo accorgerci che il nostro cuore non è in forma?

Ci sono naturalmente dei controlli preventivi ed esami specifici periodici che devono essere fatti. Partiamo con gli esami ematici tipo: Glicemia basale; il Colesterolo Totale; il Colesterolo LDL; Il Colesterolo HDL; Creatinina; GOT; GPT; GGT. Per continuare col semplice Elettrocardiogramma (ECG) che costa poco ed è facile da fare in poco tempo.

Ci sono poi altri esami più impegnativi ma sempre facile da eseguire: ad esempio il test da sforzo fatto con la cyclette o la pedana mobile, che mettendo sotto esercizio intenso il nostro cuore riesce a scovare il problema prima che si verifichi l’evento acuto come l’infarto. Se invece da questo esame non vediamo alcuni dettagli allora passiamo ad altro esame più specifico come la Scintigrafia Miocardica da sforzo fatta sempre con la cyclette.

Se il paziente non riuscisse a pedalare per vari motivi, possiamo ormai fare la TAC Coronarica che vede direttamente lo stato delle nostre coronarie senza fare affaticare il paziente, che di solito è anziano con problemi motori. Oppure si può anche fare l’Ecostress con iniezione di farmaci speciali per vedere se abbiamo una sofferenza del cuore e quindi una malattia delle coronarie.

Come agire?

Alla fine quando uno o più di questi esami è risultato positivo, quindi ci dà il sospetto quasi fiondato della sofferenza sulle coronarie, allora come ultimo esame rimane il ricovero ospedaliero (in strutture attrezzate con la sala di Emodinamica) per eseguire una Coronarografia che fa diagnosi e cura simultaneamente. Infatti, se vengono trovate delle coronarie ostruite si fa immediatamente una angioplastica (si introduce cioè un piccolissimo palloncino pieno d’aria che dilata così la coronaria in questione) con il posizionamento di uno Stent Metallico (cioè una piccola rete o maglia metallica che fa restare aperto il vaso appena dilatato).

Quando poi questa procedura è troppo rischiosa per il paziente oppure i vasi malati in questione sono troppi, allora si passa direttamente al By-Pass Aorto-coronarico (cioè si preleva una vena dalla gamba del paziente, oppure una arteria del torace) e si fa un ponte sopra la ostruzione del vaso by-passando appunto il vaso chiuso.

Tutte queste tecniche sono fatta a centinaia nel mondo giornalmente ed in mani esperte non danno grossi rischi al nostro paziente.

Naturalmente abbiamo poi tutta una terapia specifica farmacologica di sostegno a vita che il paziente deve seguire pedissequamente, che insieme ai controlli periodici rendono la vita più sicura al nostro paziente.

Cardiologia a Milano