Chirurgia epato-bilio-pancreatica: quando serve davvero e cosa aspettarsi dopo l’intervento

Pubblicato il: 18/04/2025 Editato da: Veronica Renzi il 30/04/2025

La chirurgia epato-bilio-pancreatica è una branca altamente specialistica della chirurgia addominale che si occupa di intervenire sulle lesioni tumorali di fegato, vie biliari e pancreas. Non è una chirurgia di routine: si tratta spesso di operazioni complesse, riservate a patologie serie ma non per questo rare. Per chi si ritrova ad aver bisogno di questo genere di chirurgia, capire quando è necessaria e cosa aspettarsi nel recupero può fare la differenza.

Quando è davvero necessaria la chirurgia epato-bilio-pancreatica

Non tutte le patologie di fegato, vie biliari e pancreas richiedono un intervento chirurgico: si interviene solo quando la resezione è l’opzione curativa con benefici superiori ai rischi di una chirurgia demolitiva, anche quando eseguita con approccio mininvasivo.

Ciò che distingue la chirurgia epato-bilio-pancreatica è la fragilità delle strutture coinvolte: il fegato è un organo molto vascolarizzato e facilmente sanguinante; il pancreas è allocato in profondità nell’addome in contatto con strutture vitali. La decisione di operare si prende perciò ponderatamente, in team multidisciplinari dove oncologi, radiologi, gastroenterologi e chirurghi epato bilio pancreatico discutono caso per caso.

Il chirurgo epato-bilio-pancreatico

È un medico specializzato in chirurgia generale che ha acquisito una approfondita conoscenza sulle lesioni neoplastiche del fegato, delle vie biliari e del pancreas curabili con un intervento chirurgico.


Fegato, pancreas e vie biliari sono infatti un unicum anatomico-fisiologico, con problematiche strutturali e funzionali correlate: ciò giustifica lo sviluppo di competenze specifiche di chirurgia epato bilio pancreatica.


Il chirurgo epato-bilio-pancreatico è il medico che si occupa nello specifico della presa in carico di pazienti con tumori primitivi del fegato (epatocarcinoma e colangiocarcinoma intraepatico), metastasi epatiche da neoplasie del colon retto, tumori delle vie biliari (colangiocarcinoma extra epatico), malattie benigne del fegato (angioma, angioma atipico, adenoma, iperplasia nodulare focale), neoplasie del pancreas, malattie parassitarie (echinococco epatico); calcoli biliari.

Il chirurgo epato-bilio-pancreatico svolge il suo lavoro in un ambiente di necessità multidisciplinare, dovendo collaborare e rapportarsi quotidianamente con varie discipline, tra le quali le principali sono senza dubbio l’attività epatologica e quella oncologica.

Lo screening epatologico attuato nell’ambito del routinario follow up delle epatopatie croniche è finalizzato alla diagnosi precoce del nodulo di epatocarcinoma che colpisce circa il 50% degli epatopatici cronici. La chiave del successo terapeutico per questi pazienti risiede in una diagnosi precoce ed in un percorso diagnostico terapeutico adeguato che contempli le varie strategie di cura: dalla ablazione fino al trapianto di fegato.


Per questa ultima opzione si deve ovviamente far riferimento ai colleghi del centro trapianti di fegato coi quali è indispensabile condividere percorsi e strategie terapeutiche.


La seconda importante collaborazione è quella oncologica nella gestione delle metastasi epatiche da neoplasie del colon retto.

Circa il 25-30% dei pazienti con neoplasia del colon retto presenta metastasi epatiche al momento della diagnosi. In circa la metà dei casi questi pazienti possono giovarsi della resezione intestinale ed epatiche nello stesso intervento chirurgico.

Quasi la metà dei pazienti che non presentano secondarismi epatici al momento della diagnosi sono a rischio di presentarli nel corso del follow up oncologico successivo alla resezione del colon.

In entrambi gli scenari è mandatario valutare l’opzione resettiva, attuata in stretta collaborazione con gli oncologi per quanto concerne eventuali protocolli di chemioterapia prima o dopo la resezione epatica.

Il percorso chirurgico

Non esiste un solo tipo di intervento epato-bilio-pancreatica: si va dalla resezione epatica (rimozione di una porzione più o meno ampia di fegato), alla resezione delle vie biliari, fino alla duodeno cefalo pancreasectomia (l’asportazione del duodeno, della porzione cefalica del pancreas, della colecisti e della via biliare).


Di queste ed altre procedure cambiano profondamente le modalità di esecuzione sulla base della sede della lesione, della patologia e delle condizioni generali del paziente.

La chirurgia epato bilio pancreatica può essere eseguita attraverso una laparotomia (cioè con un’ampia incisione addominale) o, in casi selezionati, attraverso un approccio mininvasivo laparoscopico o robotico.

Questi approcci mini invasivi seppur sempre più utilizzati e responsabili di ridotte degenza e complicanze non sono sempre applicabili.

È importante non farsi mai “incantare” da un linguaggio o da una narrazione rassicurante: sono interventi ad alto rischio, con percentuali di complicanze non trascurabili.

Il chirurgo epato bilio pancreatico ne è profondamente consapevole per aver sperimentato tante volte le insidie di queste patologie.

Il recupero: pazienza, fiducia e piccoli passi

Questa è la parte spesso più trascurata nella comunicazione medico-paziente: il post-operatorio.

Il recupero da una chirurgia epato bilio pancreatica non è una passeggiata, ma una serie di tappe in un percorso a ostacoli.

Alcuni pazienti stanno in ospedale una settimana, altri anche un mese, a seconda delle complicanze e della risposta dell’organismo.

La fatica, la perdita di peso, la difficoltà a riprendere un’alimentazione normale e il ritorno alla vita quotidiana sono esperienze comuni.

Non è solo questione di “guarire” l’organo sottoposto a chirurgia: il corpo deve riadattarsi a un nuovo equilibrio.


Spesso serve una riabilitazione nutrizionale, un supporto psicologico e controlli serrati. Non è raro che i pazienti abbiano aspettative non realistiche, anche a causa di un immaginario collettivo che sottovaluta quanto sia impegnativo recuperare dopo queste chirurgie.


Parlare con altri pazienti, affidarsi a equipe abituate a seguire il percorso completo e avere fiducia nel proprio corpo (senza pretendere troppo e subito) sono elementi fondamentali.

Chirurgia Generale a Pozzuoli

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