Colite ulcerosa: Il monitoraggio del paziente è fondamentale
Quando i sintomi della colite ulcerosa si ripresentano in maniera continua nonostante i trattamenti, è importante rivalutare il percorso terapeutico intrapreso.
Come sapere se la malattia è efficacemente tenuta sotto controllo? Ce lo spiega il Prof. Sandro Ardizzone, esperto in Gastroenterologia a Milano.
Come trattare la colite ulcerosa?
In caso di malattie infiammatorie croniche intestinali, quali la malattia di Crohn e la colite ulcerosa, è importante che il paziente venga costantemente tenuto sotto controllo.
La colite ulcerosa è una patologia ad andamento cronico recidivante, e l’obiettivo del suo trattamento è quello di indurre una remissione stabile e durevole. Poiché la malattia tende con il tempo a ripresentarsi con sintomi come diarrea, ematochezia e dolore addominale, è utile poter disporre di parametri che aiutino a valutare l’efficacia della terapia.
Il paziente può essere valutato dal punto di vista clinico (se è sintomatico o meno) e con strumenti ed esami, ad esempio l’endoscopia. La colite ulcerosa è facilmente riconoscibile dai sintomi, i quali inducono essi stessi il paziente a presentarsi dal medico senza tergiversare.
Esistono anche dei biomarkers, dei parametri di laboratorio, che includono la valutazione della proteina c-reattiva e della calprotectina fecale. Questi sono parametri che si normalizzano se la malattia è in fase di remissione, ma che possono precocemente modificarsi nel caso si stia per ripresentare una recidiva.