Come si manifestano gli adenomi dell’ipofisi?

Come si manifestano gli adenomi dell’ipofisi?

Editato da: Sharon Campolongo il 16/02/2022

L’ipofisi è una piccola ghiandola importantissima situata alla base del nostro cervello che, a volte, viene colpita da patologie come gli adenomi ipofisari. Ma che cosa sono gli adenomi ipofisari e quali sintomi provocano? Scopriamolo insieme al Dott. Antonio Romano, specialista in Neurochirurgia

Adenomi ipofisari: di che cosa si tratta?

Gli adenomi dell’ipofisi rappresentano circa il 15% dei tumori intracranici e possono essere associati a sintomi significativi dovuti sia alla compressione dei nervi ottici sia all’effetto dovuto ad un aumento eccessivo di alcuni ormoni ipofisari. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di lesioni benigne, raramente hanno un comportamento aggressivo e invasivo.

Non è raro trovare alla Risonanza Magnetica Nucleare dei piccoli adenomi (microadenomi) silenti privi di alcun significato clinico ed infatti per tale motivo definiti “incidentalomi”.

Normalmente gli adenomi ipofisari vengono suddivisi:

  1. In base alle dimensioni: microadenomi se non superano 1 cm di diametro massimo, macroadenomi se superano il cm e infine i giganti se superano i 4 cm. Più del volume è importante la forma dell’adenoma ed i suoi rapporti con i nervi ottici (i nervi ottici anatomicamente sono posti subito al di sopra della ghiandola ipofisi);
  2. In base al fatto se producono o no un eccesso di ormoni ipofisari: secernenti o non secernenti.

Quali sono i sintomi più frequenti?

In alcuni casi gli adenomi ipofisari possono esordire acutamente con:

  • Cefalea,signore con dolore alla testa
  • Nausea,
  • Vomito,
  • Rapido deterioramento della vista,
  • Visione doppia.

Ciò avviene perché si crea una emorragia nel contesto dell’adenoma (in tal caso si parla di apoplessia ipofisaria). Il Neurochirurgo deve decidere se tale evento richiede un intervento chirurgico urgente in caso di compromissione della vista oppure lasciare riassorbire l’emorragia senza intervento, ottenendo in alcuni casi un’importante spontanea riduzione volumetrica dell’adenoma. In caso di adenomi non secernenti, i sintomi generalmente esordiscono quando l’adenoma ha raggiunto un volume sufficiente da comprimere e danneggiare i nervi ottici (chiasma ottico), determinando un danno progressivo del campo visivo; oppure quando la ghiandola ipofisaria viene danneggiata dalla compressione, determinando una riduzione più o meno globale della produzione degli ormoni ipofisari (panipopituitarismo).

In caso di adenomi secernenti possiamo avere i seguenti casi clinici più frequenti da iperproduzione ormonale:

  • Aumento di Prolattina (Prolattinoma): se il paziente ha un livello di Prolattinemia che supera i 200 ng/ml siamo sicuramente di fronte ad un Prolattinoma. Si tratta dei tumori secernenti più frequenti e si manifestano nelle donne con scomparsa del ciclo mestruale (amenorrea) e comparsa di secrezione lattea (galattorrea). Negli uomini si riscontra impotenza e perdita della libido;
  • Aumento del GH (detto anche ormone della crescita): in tal caso avremo un quadro clinico differente in base all’epoca di insorgenza dell’aumento del GH. In fase pre-puberale, poiché le ossa sono ancora in fase di crescita, si svilupperà infatti un quadro clinico di Gigantismo. Oltre la pubertà quando non è più possibile la crescita staturale il paziente svilupperà un quadro definito Acromegalia (dal greco akros “estremità” e megalos “grande”) in cui le prime manifestazioni cliniche consistono in un aspetto grossolano della faccia e nell'aumento delle dimensioni e gonfiore dei tessuti molli delle mani e dei piedi. Per tale motivo, i tratti somatici del paziente si modificano progressivamente e diventano necessari anelli, guanti e scarpe di misura più grandi. Quindi, risultano fondamentali le fotografie del paziente con lo scopo di delineare l'evoluzione della malattia. Non è raro che il paziente giunga per la prima volta dal medico perché ha notato un aumento del peso corporeo. Non si tratta solo di un disturbo estetico, perché l’eccesso di ormone della crescita determina delle importanti modificazioni metaboliche e degli organi interni che causano sviluppo di cardiopatia, ipertensione, diabete mellito, apnee ostruttive nel sonno ed aumento di incidenza di tumori del colon. Per tali motivi è importantissima una diagnosi quanto più precoce possibile. Non appena il medico, su base clinica, ha il sospetto di trovarsi di fronte ad un paziente con acromegalia deve essere misurata la concentrazione sierica di IGF-1; i livelli di IGF-1 sono in genere notevolmente elevati (da 3 a 10 volte) e, poiché i livelli di IGF-1 non fluttuano come i livelli di ormone della crescita (GH), sono il modo più semplice per valutare l'ipersecrezione di ormone della crescita (GH). I livelli di IGF-1, inoltre, possono essere usati per monitorare la risposta alla terapia. Ovviamente sono importanti anche i livelli di GH.
  • Aumento dell’ACTH da parte dell’adenoma che determina la Malattia di Cushing. L’aumento dell’ACTH da parte dell’ipofisi causa un aumento costante dei livelli ematici di Cortisolo (ormone dello stress) che causa, a sua volta, un quadro clinico caratterizzato da: facies lunare, obesità del tronco con estremità sottili e smagliature violacee a livello addominale, la pelle è sottile e suscettibile alle ecchimosi. L’eccesso di cortisolo determina frequentemente ipertensione, calcolosi renale, fratture osteoporotiche (non raramente il sospetto diagnostico nasce dopo fratture di femore spontanee), diabete, ridotta resistenza alle infezioni e disturbi psichiatrici. Inoltre, nel caso delle donne vi è di solito un’irregolarità mestruale. La diagnosi di malattia di Cushing da adenoma ipofisario viene posta mediante dosaggio del Cortisolo libero urinario, Test di soppressione al desametasone, dosaggio di cortisolo sierico o salivare alla mezzanotte ed ACTH plasmatico. Anche in tali pazienti la diagnosi precoce è fondamentale al fine di prevenire i danni multiorgano da eccesso di Cortisolo.

Sono decisamente più rari i casi di adenomi secernenti TSH, FSH, LH.

Neurochirurgia a Reggio Emilia