Come si utilizzano le cellule staminali nella chirurgia plastica?

Come si utilizzano le cellule staminali nella chirurgia plastica?

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La redazione di Top Doctors
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Scritto da: La redazione di Top Doctors
Editato da: TOP DOCTORS® il 27/02/2023

 

Il presente della chirurgia platica ed estetica passa attraverso l’uso delle cellule rigenerative e delle cellule madri presenti all’interno del nostro tessuto adiposo. Ce ne parla il nostro esperto in chirurgia plastica ed estetica

Cosa sono le cellule madri o staminali?

La frontiera della chirurgia plastica ed estetica è rappresentata dall’uso delle cellule rigenerative provenienti dal tessuto adiposo umano. È noto il contributo medico che fornisce il grasso umano nell’ottica della rimodellamento facciale e del corpo in maniera naturale e duratura (lipofilling); ciò che è meno noto, invece, è che è possibile sfruttare il suo potenziale biologico grazie alle sue cellule rigenerative. Oltre alle cellule grasse (o adipociti), difatti, il grasso presenta un gruppo di cellule denominate cellule rigenerative derivate da tessuto adiposo (o ADRC, adipose-derived regenerative cell). All’interno di tali cellule vi sono le cellule madri (cellule staminali) che hanno il compito di facilitare la riparazione dei tessuti.

 

Come avviene l’innesto di cellule staminali

Mediante intervento chirurgico, il grasso estratto dal paziente può essere elaborato per isolare le cellule staminali che, durante il medesimo intervento, saranno sfruttate per l’innesto di grasso o utilizzate direttamente nel tessuto interessato. Attualmente vi sono numerosi dispositivi che permettono di ottenere automaticamente tali cellule; tuttavia, utilizzando strumenti manuali il numero e la longevità delle cellule risulta di gran lunga superiore.

 

Applicazioni delle cellule staminali in chirurgia plastica

Le applicazioni in campo clinico sono numerose. Nel caso in cui l’obbiettivo è quello di incrementare il volume della componente grassa o di altri tessuti, l’utilizzo di questa tecnica garantisce una maggiore sopravvivenza nelle zone ‘ostili’ sfruttando il potere rigenerativo delle cellule e risulta utile per il trattamento delle zone con cicatrici o disturbi vascolari. Il rimodellamento facciale in casi di lipodistrofia per HIV o malformazioni craniofacciali sono solo alcuni esempi diretti. In caso di rigenerazione di una zona danneggiata, invece, le cellule rigeneratrici potranno essere iniettate senza aumentare il volume della zona trattata. Tale applicazione risulta utile per nutrire in profondità zone del viso danneggiate o per trattare cicatrici problematiche.  

 


Articolo redatto in collaborazione con il Dr. Juan Monreal Velez, specialista in chirurgia plastica ed estetica

Chirurgia Plastica, Estetica e Ricostruttiva