Delirium: il disturbo mentale non definito

Delirium: il disturbo mentale non definito

Editato da: Antonietta Rizzotti il 22/02/2023

Attualmente il termine delirium è usato nella letteratura medica per indicare una condizione specifica, un disturbo dell'attenzione e della consapevolezza che si sviluppa acutamente e tende a fluttuare, a volte associato a sintomi psicotici e affettivi. Il Prof. Francesco Orzi, esperto in Neurologia a Roma, ci aiuta a capire meglio di cosa si tratta

Persona anziana

Il Sig. Rossi è un insegnante di 75 anni, in pensione. Si prende cura dei nipoti, legge, è attivo come volontario in una associazione culturale locale. La sua storia medica è irrilevante, a parte una modesta ipertensione arteriosa scoperta per caso all’età di 50 anni, da allora in trattamento farmacologico. Recenti esami del sangue, eseguiti per regolare check-up, mostrano una modesta iperglicemia e valori di funzione renale appena fuori dalla norma.

Il sig. Rossi sta bene. Tutte le sere passeggia intorno casa. Una sera inciampa in una delle tante buche delle strade di Roma e cade. Si frattura il femore. Viene operato entro pochi giorni. L’intervento va bene. Il risveglio dall’anestesia è senza problemi. Il giorno dopo i medici notano una modesta disidratazione e compare febbre. I medici decidono di idratare per vie venosa e mettono in terapia farmaci sintomatici per lo stato febbrile.

Durante la notte il Sig. Rossi si agita, butta via le coperte dal letto, tira via i tubi della flebo, si alza dal letto e annaspa verso la finestra. Alza la voce come se parlasse irritato a persone inesistenti. Arrivano gli infermieri, cercano di calmarlo, inutilmente. Paolo si guarda intorno con aria terrorizzata, si sente minacciato, è aggressivo. Arriva la moglie, lui la osserva, con insistenza, con perplessità. Non è chiaro se la riconosca. Indubbiamente il volto non gli è estraneo, ma non pronuncia parola. Dopo un minuto gira la testa, si rivolge ancora verso la finestra pronunciando frasi senza senso a figure immaginarie.

Il Sig Rossi ha un delirium.

Di cosa si tratta?

Aulus Cornelius Celsus (25 AC- 50 DC), uno dei grandi scrittori medici romani, autore di un'enciclopedia su agricoltura, arti militari, retorica, filosofia, legge e medicina, coniò il termine delirium, per descrivere disturbi mentali. Letteralmente "essere fuori pista" o "sbagliare". Probabilmente Celsus si riferiva ad un disturbo mentale non definito.

Il delirium è episodico, con durata di ore o giorni se la causa che lo sottende si risolve. In pazienti ospedalizzati persiste fino alla dimissione in circa metà dei casi e per almeno un mese in un terzo dei casi. È presente in 10-15% degli adulti in pronto soccorso. In pazienti ospedalizzati l’incidenza varia dal 6 al 56%. Frequentemente insorge in seguito a interventi chirurgici. Alcuni studi riportano disturbi cognitivi permanenti associati a delirium, ma ancora non è chiaro se questi esiti siano il risultato del delirium o se, piuttosto, è il delirium a costituire la spia di un disturbo cognitivo sottostante e progressivamente ingravescente.

Termine alternativo a delirium è “episodio confusionale acuto”. Il termine confusione va inteso come una sorta di insufficienza cerebrale. Questo vuol dire che manca una lesione specifica, una malattia specifica del cervello, non ci sono morti cellulari. C’è un cattivo funzionamento, e questa disfunzione può rappresentare la via finale comune di malattie diverse, anche e soprattutto estranee al cervello.

Per fare un esempio grossolano, molto grossolano, paragoniamo il cervello ad una automobile. Il delirium rappresenterebbe un malfunzionamento globale dell’automobile. Non ci sarebbe un problema con i freni, i fari o la alimentazione. L’automobile avrebbe un malfunzionamento generale, con perdita delle sue funzioni più sofisticate. Questo malfunzionamento globale è qualcosa che, per esempio, potrebbe succedere, se l’automobile fosse esposta a temperature estreme, alle quali tutto o quasi funziona male senza che ci sia una lesione specifica. Ed il difetto si apprezzerebbe nelle funzioni più sofisticate, nei controlli elettronici per esempio. Per apprezzare cosa significhi “disfunzione globale” è utile ricordare che le cellule nervose hanno bisogno di un ambiente con requisiti chimico/fisici molto stretti. Può sembrare ovvio, ma le implicazioni di questo sono spesso trascurate, e ci devono ricordare che facilmente ed in fretta tutti noi possiamo perdere la testa, anche per piccole differenze nella concentrazione di elettroliti nei nostri liquidi interni o per variazioni di temperatura interna di un paio di gradi centigradi.

Quali sono i soggetti più a rischio?

Particolarmente a rischio sono le persone fragili. Il termine fragile fa riferimento a fattori predisponenti come:

  • Età avanzata
  • Malattie croniche
  • Anemia
  • Disturbi neurocognitivi
  • Depressione
  • Abuso di alcool

Tra i fattori scatenanti ci sono:

  • Interventi chirurgici
  • Anestesia
  • Infezioni
  • Acutizzazioni di malattie croniche

Da sottolineare il ruolo che spesso hanno i farmaci nel provocare il delirium, specialmente sedativi, ipnoinducenti, abuso di antidolorifici, anticolinergici. Da considerare che spesso i comportamenti aggressivi da delirium inducono alla somministrazione di sedativi, non efficaci nel ridurre la durata dell’episodio e potenzialmente dannosi. Le cause possono essere quindi multifattoriali e le espressioni cliniche variegate, rendendo la condizione spesso non diagnosticata.

È importante fare diagnosi, perché spesso la correzione della disfunzione di base è fattibile e porta a completa risoluzione.

Neurologia a Roma