Fibrillazione atriale: come comportarsi?

Fibrillazione atriale: come comportarsi?

Editato da: Sharon Campolongo il 13/02/2023

Sappiamo che la fibrillazione atriale provoca una frequenza cardiaca irregolare con 100 o 175 battiti al minuto. Ma cosa fare quando si è affetti da fibrillazione atriale? Scopriamolo nel seguente articolo

Cosa fare in caso di fibrillazione atriale?

La fibrillazione atriale è un problema di attività elettrica del cuore. Il paziente e il medico hanno diverse opzioni di trattamento.

A volte il sangue può ristagnare nel cuore e formare coaguli, che molto spesso si depositano nell’auricola sinistra e che se liberati nel circolo sistemico possono portare a un ictus.

Distinguiamo quindi i trattamenti che hanno l’obiettivo di ridurre la frequenza cardiaca o ripristinare il ritmo sinusale e quelli che mirano a prevenire la formazione di coaguli nell’atrio sinistro.

Quali sono i farmaci che trattano la fibrillazione atriale?

Questi farmaci possono prevenire coaguli e ictus, rallentare la frequenza cardiaca e controllare il ritmo cardiaco:modellino di un cuore

  • Anticoagulanti: questi farmaci fluidificano il sangue per ridurre la possibilità di avere questi problemi. Ma possono aumentare il rischio di emorragie, per cui potrebbe essere necessario ridurre alcune attività che possono provocare lesioni. I più comuni sono: Apixaban (Eliquis), Dabigatran (Pradaxa), Edoxaban (Lixiana), Enoxaparina, Rivaroxaban (Xarelto), Warfarin (Coumadin). Gli anticoagulanti possono aumentare la probabilità di avere lividi o sanguinamenti eccessivi. Il medico dovrà sottoporre al paziente ad un esame del sangue ogni mese per assicurarsi che il farmaco funzioni e che si stia assumendo la dose giusta;
  • Farmaci per la frequenza cardiaca: il modo più comune di trattare la fibrillazione atriale è con farmaci che controllano il battito cardiaco. Questi farmaci rallentano la frequenza cardiaca rapida in modo che il cuore possa pompare meglio;
  • Farmaci beta-bloccanti: anche questi rallentano la frequenza cardiaca. Alcuni esempi sono Atenololo, Bisoprololo, Carvedilolo, Metoprololo, Propranololo;
  • Farmaci calcio-antagonisti: rallentano la frequenza cardiaca e attenuano le contrazioni. Tra questi: Diltiazem, Verapamil;
  • Farmaci per il ritmo cardiaco: rallentano i segnali elettrici per riportare il battito cardiaco nel cosiddetto ritmo sinusale normale. Questi trattamenti sono talvolta chiamati cardioversione chimica come i bloccanti dei canali del sodio, che rallentano la capacità del cuore di condurre elettricità (Flecainide, Propafenone, Chinidina) e i bloccanti dei canali del potassio, che rallentano i segnali elettrici che causano l'AFib (Amiodarone).

I farmaci possono essere somministrati nello studio del medico o in ospedale.

Il medico la terrà sotto controllo per assicurarsi che il farmaco funzioni.

Quali sono le procedure per il trattamento dell'fibrillazione atriale?

Se i farmaci non funzionano o causano effetti collaterali, si può provare una delle due procedure chiamate Cardioversione o Ablazione. Queste procedure trattano la fibrillazione atriale senza intervento chirurgico:

  • Cardioversione Elettrica: il medico somministra al cuore una scossa per regolare il battito cardiaco, impiegando delle piastre o applicando dei cerotti chiamati elettrodi sul petto. Per prima cosa si somministra un farmaco per addormentare il paziente. Poi il medico applicherà le piastre sul petto e talvolta sulla schiena. Queste somministreranno una leggera scossa elettrica per riportare il ritmo cardiaco alla normalità. Generalmente, si può tornare a casa il giorno stesso. La pelle potrebbe essere irritata nel punto in cui le piastre l'hanno toccata. Il medico può indicare una lozione per alleviare il dolore o il prurito;
  • Ablazione Cardiaca: esistono due opzioni principali, ossia l’Ablazione con Radiofrequenza e la Crioablazione. Durante l’Ablazione con Radiofrequenza il medico utilizza cateteri per inviare energia a radiofrequenza (simile al calore delle microonde) che crea cicatrici circolari intorno a ciascuna vena o gruppo di vene; invece durante la Crioablazione, un singolo catetere invia un palloncino con una sostanza che congela i tessuti causando una cicatrice.
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