Fibrillazione atriale: scopriamo di che cosa si tratta
Autore:La fibrillazione atriale è un’aritmia di frequente riscontro nella popolazione e, in particolare, nelle persone anziane dove può colpire più del 10% nella popolazione. Approfondiamo in questo breve articolo in che cosa consiste la fibrillazione atriale e come identificarla
Che cos’è la fibrillazione atriale?
Si tratta di un’aritmia, ossia un’alterazione del ritmo cardiaco, che determina la perdita della funzione di contrazione atriale. Ciò si ripercuote anche sui ventricoli causando un battito cardiaco irregolare e generalmente più veloce.
Di solito, ha origine in atrio sinistro ed in particolare nella giunzione tra le 4 vene polmonari e l’atrio sinistro stesso.
Quali sono le cause più comuni e quali le conseguenze?
Le cause più frequenti di fibrillazione atriale sono:
- L’ipertensione arteriosa;
- Le malattie del cuore che determinano un ridotto afflusso di sangue al muscolo cardiaco (cardiopatia ischemica);
- Le patologie che determinano una eccessiva dilatazione del cuore oppure che colpiscono le valvole cardiache.
Tuttavia, spesso si sviluppa in una sottopopolazione di pazienti giovani senza evidenza di patologie cardiopolmonari o altre patologie.
La fibrillazione atriale se non trattata tempestivamente può determinare conseguenze potenzialmente gravi, prevalentemente dovute alla formazione di coaguli (trombi) in particolare in atrio sinistro.
Tali trombi possono essere la causa di ictus cerebrali, che specialmente in fase acuta comportano un aumentato rischio di morte.
I fattori clinici maggiormente riconosciuti ed associati ad una maggiore formazione di trombi sono:
- Ipertensione arteriosa
- Diabete mellito
- Scompenso cardiaco
- Disfunzione ventricolare sinistra
- Valvulopatia mitralica reumatica
- Protesi valvolari
- Ictus cerebrali
Nell’ultima decade sono emersi nuovi fattori di rischio associati alla fibrillazione atriale e presenti in particolare nei giovani:
- Obesità
- Sindrome metabolica
- Sindrome delle apnee notturne
- Abuso di alcool e droghe
- Pratica sportiva eccessiva
- Predisposizione genetica
Quali sono i sintomi e come si identifica?
I sintomi più frequentemente associati a questa aritmia sono le palpitazioni (ossia la percezione di un battito cardiaco veloce ed irregolare) e l’eccessivo affaticamento prevalentemente durante sforzi fisici.
Altri sintomi che possono comparire meno di frequente sono la stanchezza, le vertigini, il dolore toracico e la sensazione di mancamento o la perdita di coscienza (il comune svenimento).
Tuttavia, in una percentuale di pazienti non trascurabile può decorrere senza sintomi particolari.
In presenza di sintomi l’esame più semplice da eseguire per identificare la fibrillazione atriale è l’Elettrocardiogramma oppure le Registrazioni Holter di 24 ore ed oltre. Tuttavia, è sicuramente interessante il recente sviluppo di smartwatch o altri dispositivi in grado di rilevare le irregolarità del ritmo anche in pazienti con pochi sintomi.
Come si cura la fibrillazione atriale?
È fondamentale fin da subito identificare le cause alla base dell’aritmia e valutare la necessità di una terapia anticoagulante per ridurre il rischio di formazione di coaguli nel cuore che possono portare all’ictus.
Il trattamento specifico per trattare la fibrillazione atriale si basa sull’utilizzo di farmaci antiaritmici, in grado di interrompere gli episodi di fibrillazione atriale e di ridurre la probabilità che questi episodi possano ripresentarsi dopo il ripristino del normale ritmo cardiaco; oppure sulla Cardioversione Elettrica, metodica in grado di interrompere la fibrillazione andando a “resettare” i circuiti attraverso uno shock elettrico, che viene erogato sul torace dopo aver addormentato il paziente per pochi minuti.
Quando queste due metodiche risultano inefficaci, è possibile eseguire l’Ablazione Transcatetere, metodica mininvasiva in grado di eliminare i circuiti presenti in atrio sinistro alla base dell’innesco e della persistenza della fibrillazione atriale, attraverso l’introduzione di sonde flessibili di piccole dimensioni all’interno del cuore.