Ghiandole salivari: le patologie

Ghiandole salivari: le patologie

Editato da: il 08/08/2023

Cosa fare quando le ghiandole salivari si infiammano? Ce lo spiega il Dott. Luca De Campora, esperto in Otorinolaringoiatria a Roma presso lo Studio De Campora

A cosa ci si riferisce con “ghiandole salivari”?

Le ghiandole salivari sono ghiandole esocrine i cui dotti sbucano nel cavo orale e aiutano e preparano il cibo per la deglutizione e digestione. Le ghiandole salivari si dividono in maggiori e minori: 

  • La maggiori sono le ghiandole parotidi, appoggiate sopra la mandibola, davanti e sotto l’orecchio, la ghiandola sottomandibolare e la ghiandola sottolinguale posizionate sotto il pavimento della bocca
  • Le ghiandole minori sono di dimensioni millimetriche e sono presenti in quasi tutta la superficie mucosa del cavo orale

Quali sono le principali patologie a carico delle ghiandole salivari?

Le patologie a carico di queste ghiandole sono sia di natura infiammatoria che neoplastica benigna o maligna. L’infiammazione della ghiandola salivare o scialoadenite è in genere rappresentata clinicamente da un gonfiore in corrispondenza della mandibola, molto dolorosa, chiamata anche colica salivare, che in genere si manifesta in prossimità dei pasti. Non è infrequente all’interno della ghiandola un calcolo, patologia comunemente nota come scialolitiasi salivare, responsabile di queste infiammazioni.

Come vengono diagnosticate le patologie delle ghiandole salivari?

Per la conferma della diagnosi, in genere è sufficiente un’ecografia delle ghiandole salivari, più raramente è necessario richiedere la TAC o la Risonanza Magnetica.

Come vengono trattate?

Se i calcoli sono di piccole dimensioni, possono essere espulsi da soli, in genere durante una colica salivare, altrimenti è necessaria la rimozione chirurgica in endoscopia salivare o scialo endoscopia, tecnica che consente la rimozione di calcoli senza praticare alcun taglio esterno, oppure senza rimuovere la ghiandola. In caso il calcolo sia particolarmente voluminoso, è possibile rimuoverlo per via esterna video-assistita, limitando quindi il taglio all’interno del cavo orale per non più di 2-3 cm.

 

Editor: Valerio Bellio

Otorinolaringoiatria a Roma