Glioma: il tumore del sistema nervoso centrale!
Autore:I gliomi sono una tipologia di tumore al cervello. Nonostante negli ultimi anni si è visto un progressivo aumento dei casi di questa patologia, i numeri, per fortuna, rimangono sempre limitati. Ma che cos’è, come si diagnostica e come si cura? Il Dott. Alessandro Perin approfondisce con noi l’argomento
Gliomi: cosa e quali?
Sono i tumori del cervello e del midollo spinale. Possono colpire chiunque (bambini, giovani, adulti, anziani), ma per fortuna sono molto rari. Ne esistono diversi tipi, in base alla somiglianza del tumore con le cellule che supportano e proteggono i neuroni: le cellule gliali, tra cui gli astrociti, gli oligodendrociti e le cellule ependimali. Da qui i loro nomi:
- Astrocitomi;
- Oligodendrogliomi;
- Ependimomi.
I più attivi sono gli astrocitomi, i meno aggressivi gli oligodendrogliomi e gli ependimomi. Il più aggressivo, ed anche il più frequente, è il glioblastoma.
Campanelli d’allarme
Questi tumori possono “infiammare” il cervello (causando crisi epilettiche), oppure possono “raffreddarlo”, inibire le sue funzioni (manifestandosi con dei deficit neurologici: paralisi di un arto, della bocca, difficoltà a coordinare i movimenti fini, perdita dell’equilibrio, etc.). Per come è fatto il cervello (ed il midollo spinale) i sintomi sono legati al luogo dove il tumore origina e cresce: ogni zona svolge delle specifiche funzioni (alcune fondamentali per la vita e per il nostro essere umani, come il pensiero astratto e la parola). Un altro modo in cui si possono presentare è con un aumento della pressione intracranica: il cranio è una scatola rigida, se qualcosa si gonfia al suo interno è un problema per il cervello. In questo caso arriva il mal di testa, spesso sopra le orbite, più frequente al mattino. Se questi sintomi vengono ignorati si può arrivare alla sonnolenza, fino al coma.
La neurochirurgia ed il glioma
Abbiamo tanti strumenti tecnologici che ci aiutano:
- Gli strumenti di simulazione e imaging avanzato (che ci permettono di studiare e operare virtualmente il caso di ogni paziente il giorno prima e pianificare la strategia migliore in anticipo, come un briefing militare prima di un’incursione o come le prove generali prima di un concerto);
- Il navigatore neurochirurgico (che, come Google Maps, ci dice dove ci troviamo nel cervello);
- L’ecografo intraoperatorio (che come per le donne incinte ci fa vedere bene i rapporti del tumore con il cervello sano);
- I coloranti fluorescenti (che ci permettono di distinguere il tumore dal cervello adiacente quando operiamo al microscopio).
In poche parole: utilizziamo tutti gli strumenti e le tecnologie disponibili per fare il lavoro al meglio. A volte è necessario tenere sveglio il malato durante l’asportazione del tumore (awake surgery): è meno traumatico di quanto si pensi e serve a garantire di preservare le funzioni più importanti e al tempo stesso rimuovere la maggior parte del tumore.
Il post-intervento
L’intervento permette anche, e soprattutto, di dare un nome e un cognome al tumore. In altre parole di fare la diagnosi istologica. Se il tumore è poco aggressivo l’asportazione chirurgica è sufficiente. Se la malattia è più maligna serve proseguire con dei trattamenti aggiuntivi (come la radioterapia o la chemioterapia). In ogni caso il paziente ha sempre una prospettiva di nuove terapie (anche sperimentali) e di possibilità di trattamento.