Hai mai sentito parlare di Disfunzione Intestinale Neurogena?

Hai mai sentito parlare di Disfunzione Intestinale Neurogena?

Editato da: Marta Buonomano il 02/07/2021

Il Prof. Gabriele Bazzocchi, esperto in Gastroenterologia a Bologna, ci spiega in che modo le malattie neurologiche possono influire sulla nostra salute intestinale

Danni al Sistema Nervoso Centrale: anche l’intestino è compromesso!

Oltre alla compromissione delle funzioni motorie e sensitive che causano paralisi, dolore, deficit posturali e problemi cognitivi, i danni al Sistema Nervoso Centrale causano quasi sempre turbe che interessano anche i visceri, e particolarmente gravi ed invalidanti sono quelle a carico degli apparati uro-genitale e digerente.

Quali funzioni intestinali vengono influenzate dalle patologie neurologiche?

donna con mal di panciaProblemi di ritenzione e/o incontinenza vescicale caratterizzano la “vescica neurogena”, a cui si associa la disfunzione erettile nei maschi, mentre, analogamente, stipsi/ritenzione fecale ed incontinenza alle feci ed ai gas costituiscono il quadro denominato come Disfunzione Intestinale “Neurogena”, anche se in realtà anche altre funzioni del tubo digerente quali disfagia, reflusso gastroesofageo, atonia della colecisti ecc., sono frequentemente compromesse nei pazienti con malattie neurologiche. Queste sono “in primis” le lesioni del midollo spinale, acquisite o congenite, ma anche la Sclerosi Multipla, il Morbo di Parkinson, le cerebropatie post-traumatiche, vascolari o degenerative.

Malattie neurologiche: l’importanza di un corretto transito intestinale

Il controllo della evacuazione costituisce uno dei maggiori problemi per i pazienti con patologie neurologiche, sia in relazione alla qualità di vita, sia in termini di morbilità e di mortalità. Il volume delle feci infatti, oltre alla percentuale in acqua, è caratterizzato dalla presenza di batteri che hanno origine nella microflora situata nel colon. Il colon rappresenta un vero e proprio ecosistema con una concentrazione di microrganismi che non ha eguali in nessun altro habitat del pianeta. Si ricorda, al proposito, che l’azione terapeutica delle fibre alimentari consiste nel promuovere la crescita del volume fecale attraverso l’incremento del microbiota intestinale. L’efficacia delle fibre e dei prebiotici non è il risultato di un effetto “massa” dovuto al richiamo di acqua prodotto dalle molecole polisaccaridiche da cui sono composte, ma la loro azione favorente l’evacuazione deriva dal fatto che esse costituiscono il principale substrato metabolico per la microflora del colon: la biomassa così cresciuta va a costituire dal 60 all’80% del peso secco delle feci.

A cosa serve la riabilitazione intestinale?

Da tutto ciò deriva che l’obiettivo primario della riabilitazione intestinale non è quella di ottenere una defecazione, bensì quella di riequilibrare l’ecosistema presente nel lume intestinale, a stretto contatto con la barriera epiteliale, sconvolto dai tanti eventi a cui obbligatoriamente la persona con una malattia neurologica è andata incontro, come l’alimentazione artificiale, l’impiego di antibiotici e dei tanti altri farmaci che sono necessari per trattare la fase acuta post-lesione. Inoltre, essendo quasi sempre impossibile recuperare una evacuazione fisiologica (così come spesso accade per la minzione), è necessario adottare delle modalità con cui programmare lo svuotamento intestinale, volte a garantire una sua completezza, che al contempo non richiedano tempi eccessivi e che, a lungo andare, non risultino lesive della regione ano-rettale.

Gastroenterologia a Pianoro