Il dito a scatto: quando è necessaria la chirurgia?

Il dito a scatto: quando è necessaria la chirurgia?

Editato da: Marta Buonomano il 31/01/2021

Il Dott. Marcello Marcialis, esperto in Ortopedia e Traumatologia a Modena, ci spiega in quali casi è necessario ricorrere alla chirurgia per curare il dito a scatto, una condizione che colpisce in particolare le donne tra i 40 e i 60 anni

Che cos’è il dito a scatto?

manoIl pollice a scatto è una infiammazione che interessa i tendini flessore di tutte le dita. Essi sono rivestiti da una sottile membrana che serve a favorire lo scorrimento dei tendini stessi all’interno di un canale. Se un tratto tendineo aumenta di volume a causa di un’infiammazione, questo scorre con fatica all’interno del canale, rimanendo bloccato all’uscita dello stesso o a livello dell’imbocco. Il movimento del tendine nelle prime fasi avviene quindi faticosamente, causando dolore e sensazione di crepitio, oppure con il tipico “scatto” doloroso. Il ripetersi di questo impedimento alla normale escursione tendinea determina il persistere e il peggiorare dell’infiammazione, con progressivo aumento di volume del tendine già ingrossato, creandosi così un circolo vizioso che alimenta il processo infiammatorio.

Chi colpisce?

Il dito a scatto insorge nella maggior parte dei casi senza causa apparente, ma può essere anche secondario a traumi o comparire in associazione a patologie quali la ipercolesterolemia, il diabete, la gotta, il morbo di Dupuytren, a molte patologie artritiche o artrosiche. Vi sono sicuramente cause ormonali, in quanto le donne tra i 40 e i 60 anni, sono maggiormente colpite (70% dei pazienti).

Quali sono i sintomi?

I pazienti riferiscono progressivo e intenso dolore alla base del dito, con limitazione alla estensione e flessione delle flangi, notando il tipico “scatto” all’utilizzo del dito affetto. Lo scatto viene notato soprattutto al mattino e il paziente è costretto ad ottenere la sua estensione solamente attraverso lo sblocco con l’altra mano. In genere il dolore e la limitazione tendono ad attenuarsi durante la giornata grazie all’utilizzo della mano. La pressione alla base del dito consente di riscontrare la presenza di un rigonfiamento duro che si sposta durante il movimento, che indica la zona tendinea infiammata e ingrossata. Un esame ecografico può risultare utile per confermare la presenza e il grado dello stato di infiammazione e di eventuale degenerazione causata dallo sfregamento all’interno della puleggia.

mani con fioriIn cosa consiste il trattamento conservativo?

Molteplici rimedi possono essere prospettati al paziente prima di ricorrere alla chirurgia, tra questi l’uso di tutore notturno, sessioni di fisioterapia (laserterapia, tecarterapia, ultrasuoni ecc.), infiltrazioni locali di corticosteroidi o collagene o terapia antinfiammatoria.

Inizialmente queste terapie possono apportare dei benefici, ma in genere limitati nel tempo e senza una totale risoluzione del disturbo.

Quando è consigliato, invece, intervenire chirurgicamente?

Viene consigliato nelle fasi avanzate, quando il dolore diventa particolarmente intenso e gli episodi di scatto si verificano ad ogni movimento del dito affetto, e rimane l’unica possibilità per risolvere definitivamente il problema, evitando la degenerazione tendinea e la rigidità articolare. L’intervento prevede la sezione della puleggia A1, struttura anatomica in cui si verifica l’infiammazione tendinea e, di conseguenza, lo scatto doloroso. Viene eseguito, mediante una piccola incisione alla base del pollice, eseguendo anche la rimozione del tessuto infiammatorio presente. La chirurgia si conclude con una medicazione leggera per consentire un’immediata mobilizzazione del dito.

Una rapida e corretta mobilizzazione del pollice basta in genere a prevenire eventuali problematiche di aderenze della cicatrice, e solitamente non è necessario alcun trattamento fisioterapico.

Ortopedia e Traumatologia a Modena