Il gomito del golfista

Autore: Dott. Davide Blonna
Pubblicato:
Editor: Alice Cattelan

L’epitrocleite, o gomito del golfista, è una comune patologia del gomito che è caratterizzata da un’alterazione degenerativa dei tendini flessori del carpo e delle dita. Vediamo insieme di cosa si tratta!

In cosa consiste l’epitrocleite?

L'epitrocleite è un’infiammazione del complesso tendineo e crea un dolore solitamente riferito a livello del compartimento interno del gomito.
L'epitrocleite è causato dal sovraccarico funzionale dei muscoli anteriori dell'avambraccio: l'esasperata ed eccessiva sollecitazione di questi muscoli attraverso una ben precisa gestualità, produce uno stress a carico dei tendini collegati e così quest'ultimi s'infiammano e diventano dolorosi.

Come avviene la diagnosi?

La diagnosi di questa patologia si esegue attraverso un esame obiettivo in cui il medico evoca il dolore tipico del paziente durante apposite manovre. È possibile completare la diagnosi effettuando ecografia o risonanza magnetica nucleare del gomito.

È importante fare attenzione che il dolore non sia causato da patologie che mimano l'epitrocleite, come ad esempio una lesione del legamento collaterale mediale.

Come si cura l’epitrocleite?

Il trattamento è principalmente di tipo conservativo. Si utilizza la chirurgia solo nel caso di pazienti che manifestano i sintomi per oltre 3-6 mesi e dopo almeno 2 tipi differenti di trattamenti riabilitativi senza miglioramento.

Il trattamento di tipo conservativo utilizza diversi approcci terapeutici e i più efficaci sono:

  • Riposo: è il primo passo per diminuire il dolore. È necessario evitare di far lavorare in modo ripetitivo la mano e il polso. Il riposo funzionale è molto utile e aiuta soprattutto nelle fasi iniziali dell’epitrocleite;
  • Farmaci antinfiammatori: possono aiutare a ridurre il dolore;
  • Iniezioni di cortisone: possono alleviare i sintomi della patologia se effettuate negli estensori. Questa tipologia di trattamento è temporanea in quanto rimanda il dolore di qualche settimana o mese;
  • Needling: l’infiltrazione di un anestetico locale e cortisone associato a una manovra di needling. Questo sembra avere un riscontro migliore del solo cortisone;
  • Infiltrazioni con fattori di crescita: il beneficio secondo la letteratura scientifica è contraddittorio. Questa tecnica consiste nel prelevare del sangue dal paziente, centrifugarlo, filtrarlo ed effettuare delle infiltrazioni nel tendine degenerato;
  • Fisioterapia: seguire un corretto programma di fisioterapia può aiutare a ridurre il dolore e a migliorare la funzione del gomito.

Dott. Davide Blonna
Ortopedia e Traumatologia

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