In cosa consiste il trapianto di cornea?

In cosa consiste il trapianto di cornea?

Editato da: Marta Buonomano il 04/05/2020

Il trapianto di cornea vanta numerose e valide opzioni chirurgiche: ce ne parla il Dott. Pocobelli, esperto in Oculistica a Roma

 

Il trapianto di cornea (cheratoplastica) è un intervento di microchirurgia che consiste nella sostituzione totale o parziale della cornea originaria, non più funzionale e fortemente danneggiata, con un tessuto analogo sano proveniente da un donatore deceduto. È una metodica utilizzata in tutte quelle patologie in cui si ha una grave alterazione della trasparenza e della curvatura corneale, con una riduzione parziale o totale della vista anche dopo aver eseguito una terapia medica.  
La cornea da impiantare proviene dalla Banca degli Occhi ed è accompagnato da un certificato che ne attesta la provenienza e l’assenza di patologie corneali trasmissibili.

Trapianto di cornea: le tipologie di intervento

L’intervento di trapianto di cornea ha lo scopo prioritario di ripristinare l’anatomia corneale e come obiettivo quello di migliorare la funzione visiva alterata dalla ridotta trasparenza e irregolarità del tessuto. La tecnica chirurgica utilizzata per la cheratoplastica dipende dallo strato di tessuto corneale danneggiato. Esistono, pertanto, diverse tecniche di trapianto corneale: cheratoplastica perforante (PK), cheratoplastica lamellare anteriore (DALK) e cheratoplastica lamellare posteriore (come DSAEK e DMEK).

  • La cheratoplastica perforante (PK) consiste nella sostituzione di una porzione centrale di tutti gli strati della cornea danneggiata con un tessuto corneale di un donatore sano. È una tecnica, tradizionale, valida in tutte quelle patologie corneali avanzate che coinvolgono l’intera cornea.
  • La cheratoplastica lamellare anteriore (DALK) consiste nella sostituzione degli strati più esterni della cornea patologica con un tessuto corneale sano, analogo, conservando gli strati più interni non malati.
  • Nel trapianto lamellare posteriore o endoteliale (come la DSAEK), invece, si esegue un’asportazione degli strati più interni della cornea danneggiata, con inserimento della porzione di tessuto corneale sano provenienti da un donatore. Negli ultimi anni si sta diffondendo la tecnica DMEK, una metodica in grado di rimuovere uno strato interno ancora più sottile del tessuto corneale utilizzato nella DSAEK, con lo scopo di ridurre al massimo le complicanze post operatorie.

La cheratoplastica lamellare anteriore e posteriore, inoltre, diminuiscono il rischio delle complicanze più temute come il rigetto (situazione in cui la cornea del donatore non viene accettata dal ricevente) e lo scompenso corneale (alterazione della struttura portante della cornea), aumentando cosi la durata del trapianto.

Il decorso post-operatorio

Nel decorso post operatorio la sintomatologia può essere rappresentata da abbagliamento, dolore, fotofobia, aloni, immagini sdoppiate che tendono a ridursi progressivamente. Nel trapianto lamellare posteriore il recupero visivo è più rapido rispetto al trapianto perforante in quanto, generalmente, non richiede sutura corneale, necessaria, invece, per il trapianto perforante e lamellare anteriore responsabile di astigmatismi irregolari anche elevati.

I controlli post operatori sono fondamentali per garantire un buon risultato funzionale.

 

 

Editor: Marta Buonomano

Oculistica a Roma