L’ipertrofia dei turbinati

Autore: Dott. Luca de Campora
Pubblicato:
Editor: Marta Buonomano

L’ipertrofia dei turbinati è causata dalla loro infiammazione e conseguente aumento di volume. Quando la terapia farmacologica non è più efficace, è necessario sottoporsi al trattamento chirurgico. Ne parla il Dott. Luca De Campora, esperto in Otorinolaringoiatria a Roma

Cosa sono i turbinati?

I turbinati sono delle strutture ossee all’interno del naso, circondati da mucosa, la cui funzione è quella di riscaldare, umidificare ed incanalare correttamente l’aria nel naso.

Quando si gonfiano i turbinati?

In seguito ad infiammazioni ripetute del naso, definite riniti, rappresentate dal semplice raffreddore stagionale, dalla rinite allergica e via dicendo, i turbinati si possono infiammare, aumentando di volume e divenendo un ostacolo alla normale respirazione nasale.

Quali rimedi contro l’ipertrofia dei turbinati?

I rimedi proposti sono inizialmente di tipo farmacologico, topico locale, per poi divenire, in caso di fallimento o persistenza di problemi respiratori nasali, chirurgici. La chirurgia è endoscopica mini-invasiva, quindi mediante video-chirurgia, utilizziamo le più recenti tecnologie a bassissima temperatura (30-50 gradi), che permettono l’esecuzione dell’intervento in campo totalmente esangue, in anestesia locale, senza necessità di ricovero e soprattutto senza alcuna necessità di tamponamento nasale. 

Sicuramente il primo step terapeutico è rappresentato dalla terapia farmacologia la quale però, deve avere risultati stabili al termine per diversi mesi, in caso non ottenesse i risultati sperati o non fossero prolungati oltre l’utilizzo dei farmaci, è il momento di passare a terapie chirurgiche, mini-invasive.

L’intervento chirurgico

L’intervento chirurgico, abbandonata l’antiquata e inopportuna turbinectomia chirurgica o l’impiego di altra tecnologia considerata ormai desueta come il laser a CO2, si avvale di metodiche rispettose della superficie mucosa dei turbinati, basati su tecnologia al plasma o radiofrequenza, o più recentemente sulla risonanza quantica molecolare. L’intervento, in day-hospital, prevede l’introduzione del device nel corpo del turbinato (in anestesia locale o con blanda sedazione in base alle esigenze del paziente), senza provocare reazioni infiammatorie o provocare dolore di sorta. La metodica da noi utilizzata, la tecnica pull-back, è la più rapida, tanto da ottenere un tempo totale operatorio inferiore ai 15 minuti. Il decorso post-operatorio e la dimissione sono immediati, previo controllo rinoscopico. Dopo l’intervento è necessario un controllo a distanza di pochi giorni ed uno a distanza di 30 giorni, quando la riduzione dei turbinati e la conseguente ricanalizzazione aerea nasale saranno ormai stabili.

Dott. Luca de Campora
Otorinolaringoiatria

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