L’ipertrofia prostatica

Autore: Prof. Giovanni Di Lauro
Pubblicato: | Aggiornato: 05/05/2020
Editor: Top Doctors®

L’iperplasia prostatica, patologia che colpisce esclusivamente gli uomini, consiste nell’ingrossamento non canceroso della ghiandola prostatica. Al giorno d’oggi, è possibile intervenire anche con una tecnica mininvasiva chiamata Thulep. Ne parla il Prof. Giovanni Di Lauro, esperto in Urologia a Napoli

Che cos’è l’ipertrofia prostatica?

L’ipertrofia o iperplasia prostatica benigna, conosciuta anche come adenoma prostatico, è caratterizzata dall’aumento di volume della ghiandola prostatica. È una patologia benigna, ma con il passare del tempo può comprimere l’uretra prostatica e produrre un’ostruzione delle basse vie escretrici. Le conseguenze sono difficoltà nella minzione, urgenza e senso di svuotamento incompleto.

L’enucleazione laser dell’adenoma prostatico

Nelle prime fasi della malattia si può ricorrere ad una terapia medica ma, in caso di prostate piuttosto voluminose, è necessario ricorrere alla chirurgia. Oggi, però, è possibile evitare la chirurgia a cielo aperto e ricorrere a tecniche mininvasive che comportano l’impiego del laser. Tra queste, la Thulep (Enucleazione Laser dell’adenoma prostatico) è la tecnica che offre i risultati migliori.

In cosa consiste l’intervento?

L’adenoma viene enucleato dalla capsula prostatica, proprio come in chirurgia, e asportato con il morcellatore, uno strumento che tritura il tessuto asportato. La procedura non comporta sanguinamento, in quanto il raggio laser è in grado di tagliare il tessuto e suturare contemporaneamente i vasi. In oltre con questa metodica è possibile eseguire l’esame istologico, valutazione sempre raccomandata quando si asporta un tessuto. L’utilizzo del Laser al Tullio consente di operare prostate con volume molto grande, che normalmente andrebbero affrontate con la classica chirurgia open.

Il post operatorio

È un intervento che comporta un trauma minimo per il paziente: la degenza non supera le 48h e il paziente viene dimesso senza catetere, in condizioni di riprendere la propria attività lavorativa, con grande soddisfazione del paziente.

Prof. Giovanni Di Lauro
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