Le manovre di Barlow e Ortolani: un semplice test per diagnosticare la displasia all’anca

Autore: Dott. Mario Cervone de Martino
Pubblicato:
Editor: Jennifer Verta

Il Dott. Mario Cervone de Martino, esperto in Ortopedia e Traumatologia a Napoli, ci illustra le due semplici manovre con cui è possibile scoprire se un bambino è affetto da displasia all’anca.

Cos’è la displasia dell’anca?

La displasia dell’anca, anche nota come lussazione congenita dell’anca, è il disturbo statisticamente più frequente tra i neonati. La patologia consiste sostanzialmente nel movimento innaturale della testa del femore che a lungo termine finisce con il dislocarsi dell’acetabolo, la cavità nella quale dovrebbe muoversi. La diagnosi della patologia è fondamentale entro i due mesi di vita al fine di evitare probabili complicazioni una volta che il bambino inizi a gattonare o camminare.

Perché è fondamentale una diagnosi precoce?

Benché in alcuni rari casi il disturbo all’articolazione si risolve naturalmente anche solo con l’applicazione del pannolino, nella maggior parte delle volte si rende necessario intervenire con un divaricatore creato appositamente, che manterrà le anche del neonato nella posizione in cui dovrebbero naturalmente essere posizionate, promuovendo in questo modo la guarigione. Qualora la lussazione sia già avvenuta si interverrà invece con la chirurgia. Per evitare quest’ultima evenienza è quindi chiaro quanto sia importante una corretta diagnosi precoce. Grazie ad un semplice esame obiettivo lo specialista sarà in grado di valutare la presenza della patologia e procedere al trattamento della stessa. Quest’esame si rende necessario per i bambini che hanno familiarità con la malattia, che avevano assunto la posizione podalica durante la gravidanza o in caso di parto gemellare, tutti casi che predispongono alla malattia. L’esame consiste nell’individuazione dei segni di Ortolani e del segno di Barlow, due semplici manovre grazie alle quali si possono diagnosticare la maggior parte delle anomalie strutturali all’anca nei neonati. In caso di dubbio clinico si procederà poi con un’ecografia specifica.

In cosa consistono le manovre di Barlow e Ortolani?

Per eseguire l’operazione lo specialista posiziona il bambino in posizione supina, con le cosce a 90⁰ gradi e posizionandone le ginocchia nei palmi. Lo specialista posizionerà inoltre i pollici nella parte interna alle cosce ed i medi lungo la parte esterna della coscia in corrispondenza delle ossa. La manovra consiste dunque nell’imporre diversi movimenti in sequenza alle anche del bambino, in specifico, avvicinare, allontanare e rotare esternamente facendo pressione sul trocadere, l’osso presente nella parte esterna della coscia. Quando la malattia è presente, durante il movimento eseguito dallo specialista la testa del femore si muove all’interno dell’acetabolo procurando un rumore chiaramente percepibile che il dottore potrà rilevare con il dito medio. Lo schiocco avvertito significa quindi che la manovra è stata efficace nell’individuare il disturbo che sarà poi confermato tramite ecografia dell’anca. Una volta chiarità la patologia lo specialista potrà quindi procedere al trattamento più appropriato.

Dott. Mario Cervone de Martino
Ortopedia e Traumatologia

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