Mal di schiena? Ecco qualche consiglio per te!

Mal di schiena? Ecco qualche consiglio per te!

Editato da: Alice Cattelan il 22/06/2023

La lombosciatalgia è una delle patologie più estese nella popolazione: si calcola che una percentuale tra il 70% e l’80% degli adulti ne soffra, e di questi la metà ne soffrirà in maniera recidiva. Con il Dott. Alessandro Perin, Neurochirurgo a Milano, snoccioliamo in questo articolo le differenti caratteristiche della lombosciatalgia e come curarla

Lombosciatalgia: definizione e cause

È un problema molto comune. Molti di noi ne soffrono o ne hanno sofferto almeno una volta nella vita. Fare una vita sedentaria o essere in sovrappeso non aiuta, anzi predispone a questo tipo di problema. Di fatto potremmo dire che si tratta di un’infiammazione, di un’irritazione di un importante nervo che veicola le sensazioni degli arti inferiori e porta anche gli impulsi motori alle gambe. Può capitare per mille motivi: spesso alla base c’è una compressione di una piccola radice nervosa, magari sostenuta da un disco intervertebrale (gli ammortizzatori della colonna vertebrale) che può rompersi e lasciare uscire un po’ di gelatina e/o di tessuto fibroso che vanno ad incunearsi in un punto critico.

Sintomi comuni e meno comuni

Dolore al fondo schiena che si irradia lungo il versante posteriore di una o due cosce, fino al tallone o anche fino al dorso di uno o due piedi. Il malato può anche avere difficoltà a svolgere dei movimenti. A volte non muove un segmento a causa del dolore, a volte perché la radice nervosa non è più in grado di dire ai muscoli di contrarsi (questa è un’urgenza!). Oppure, per fortuna in rarissimi casi, può manifestarsi con incontinenza urinaria o fecale, o impossibilità a fare la pipì: anche questa è un’urgenza neurochirurgica!

 

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Esami diagnostici

L’esame clinico è fondamentale, ma la diagnosi di un’ernia o di un problema a livello di una o più radici nervose si fa con la RM del midollo cervico-dorsale (cervicobrachialgia o dolore irradiato al costato) o RM del tratto lombo-sacrale.

Operazione o non operazione?

L’operazione è l’ultima spiaggia: se possibile va evitata. Circa l’80% delle lombosciatalgie si risolvono spontaneamente. Preferiamo sempre un approccio conservativo basato sulla riabilitazione, sull’igiene posturale e su esercizi mirati per i muscoli della schiena piuttosto che precipitarsi in sala operatoria. Soprattutto nel giovane. Infatti, per quanto poco, un intervento neurochirurgico, anche mini invasivo, è sempre demolitivo, causa sempre un danno ai muscoli, al disco intervertebrale. Il principio è: se non riesce a guarire da solo o con l’aiuto di terapie fisiche/conservative, allora il paziente va operato.

Recuperarsi

Se l’indicazione all’intervento è corretta, se i sintomi erano sostenuti dal problema che è stato operato, un intervento correttamente eseguito permette di uscire dall’ospedale il giorno dopo e di tornare con "buon senso" alla vita di prima in tre settimane circa. Dopo però andranno evitati sport da contatto, ciclismo, corsa e golf (tutti sport che sollecitano in modo eccessivo il tratto lombo-sacrale della colonna vertebrale).

 

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Neurochirurgia a Milano