Mal di schiena? Ecco qualche consiglio per te!

Autore: Dott. Alessandro Perin
Pubblicato: | Aggiornato: 23/02/2023
Editor: Alice Cattelan

La lombosciatalgia è una delle patologie più estese nella popolazione: si calcola che una percentuale tra il 70% e l’80% degli adulti ne soffra, e di questi la metà ne soffrirà in maniera recidiva. Con il Dott. Alessandro Perin snoccioliamo in questo articolo le differenti caratteristiche della lombosciatalgia e come curarla

Lombosciatalgia: definizione e cause

È un problema molto comune. Molti di noi ne soffrono o ne hanno sofferto almeno una volta nella vita. Fare una vita sedentaria, essere in sovrappeso non aiuta, anzi predispone a questo tipo di problema. Di fatto potremmo dire che si tratta di un’infiammazione, di un’irritazione di un importante nervo che veicola le sensazioni degli arti inferiori e porta anche gli impulsi motori alle gambe. Può capitare per mille motivi, spesso alla base c’è una compressione di una piccola radice nervosa, magari sostenuta da un disco intervertebrale (gli ammortizzatori della colonna vertebrale) che può rompersi e lasciare uscire un po’ di gelatina e/o di tessuto fibroso che vanno ad incunearsi in un punto critico.

Sintomi comuni e sintomi meno

Dolore, al fondo schiena, che si irradia lungo il versante posteriore di una o due cosce, fino al tallone o anche fino al dorso di uno o due piedi. Il malato può anche avere difficoltà a svolgere dei movimenti. A volte non muove un segmento a causa del dolore, a volte è perché la radice nervosa non è più in grado di dire ai muscoli di contrarsi (questa è un’urgenza!). Oppure - per fortuna in rarissimi casi- può manifestarsi con incontinenza urinaria o fecale o impossibilità a fare la pipì: anche questa è un’urgenza neurochirurgica!

Esami diagnostici

L’esame clinico è fondamentale, ma la diagnosi di un’ernia o di un problema a livello di una o più radici nervose si fa con la RM del midollo cervico-dorsale (cervicobrachialgia o dolore irradiato al costato) o RM del tratto lombo-sacrale.

Operazione o non operazione?

L’operazione è l’ultima spiaggia, se possibile va evitata. Circa l’80% delle lombosciatalgie si risolvono spontaneamente. Preferiamo sempre un approccio conservativo, basato sulla riabilitazione, sull’igiene posturale, su esercizi mirati per i muscoli della schiena, piuttosto che precipitarsi in sala operatoria. Soprattutto nel giovane. Infatti, per quanto poco, un intervento neurochirurgico, anche mini invasivo, è sempre demolitivo, causa sempre un danno ai muscoli, al disco intervertebrale. Il principio è: se non riesce a guarire da solo o con l’aiuto di terapie fisiche/conservative, allora il paziente va operato.

Recuperarsi

Se l’indicazione all’intervento è corretta, se i sintomi erano sostenuti dal problema che è stato operato, un intervento correttamente eseguito permette di uscire dall’ospedale il giorno dopo e di tornare con ‘buon senso’ alla vita di prima in tre settimane circa. Dopo però andranno evitati sport da contatto, ciclismo, corsa e golf (tutti sport che sollecitano in modo eccessivo il tratto lombo-sacrale della colonna vertebrale).

Dott. Alessandro Perin
Neurochirurgia

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