Nevralgia del trigemino: come curarla?

Nevralgia del trigemino: come curarla?

Editato da: Veronica Renzi il 05/04/2023

La Nevralgia trigeminale è tra le forme più disabilitanti di dolore facciale, la cui diagnosi è piuttosto facile nella sua forma “tipica”. È bene sin dall’inizio definire le caratteristiche di tale forma per differenziarla da tutta un’altra serie di nevralgie facciali, che per comodità vengono accomunate sotto la definizione di “atipiche”. Vediamo di cosa si tratta, come si manifesta e quali possibili cure esistono oggi.

Quali sono i sintomi delle nevralgie del trigemino? 

ragazzo con dolore al trigemino

Come spiega il Dott. Antonio Romano, specialista in Neurochirurgia, nella nevralgia trigeminale tipica il dolore facciale è tipicamente unilaterale, accessuale, lancinante. Spesso viene descritto come una coltellata. Può essere scatenato da stimoli tattili anche lievi come lo sfregamento cutaneo, il masticare, il radersi o anche un banale soffio di vento. La durata dell'evento doloroso è da pochi secondi a pochi minuti. La distribuzione del dolore segue quella del territorio di innervazione delle 3 branche del trigemino ovvero regione oftalmica, mascellare o mandibolare. È raro avere il dolore solo nella regione oftalmica.

Il picco di incidenza di questo disturbo è tra i 50 e i 60 anni con una incidenza annuale di circa 6 casi/100.000 nelle donne, mentre circa la metà negli uomini.

Quali possono essere le cause della Nevralgia trigeminale?

La causa di tale patologia è stata attribuita classicamente ad un conflitto tra un vaso intracranico (arteria o Vena o entrambi) e il nervo trigemino alla sua emergenza dal tronco cerebrale. Il continuo contatto tra arteria e vena determinerebbe una sorta di indebolimento della guaina del nervo (demielinizzazione) che renderebbe lo stesso iperattivo. Ciò spiega sia l’impiego dei farmaci antiepilettici come arma terapeutica di prima scelta, sia la terapia chirurgica rivolta a separare il vaso dal nervo interponendo del materiale “cuscinetto”.

Come viene diagnosticata?

Spesso il paziente giunge alla nostra attenzione dopo una serie di valutazioni odontoiatriche, essendo il dolore interpretato erroneamente come a genesi odontogena. In alcuni casi ciò comporta inutili estrazioni dentarie. La diagnosi di tale nevralgia è, pertanto, essenzialmente clinica e, ovvero, si basa su una accurata anamnesi ed esame obiettivo del paziente. Il numero di attacchi dolorosi è molto variabile.  Pazienti con dolore facciale, alterazioni della sensibilità facciale o dolore costante senza stimoli scatenanti (detti trigger) sono generalmente affetti da forme atipiche o neuropatiche e, per tale motivo, non sono candidati a procedure neurochirurgiche.

Tutti i pazienti con nevralgia trigeminale devono essere sottoposti ad una Risonanza magnetica nucleare (RMN) encefalica sia per escludere la presenza di una lesione comprimente il nervo trigemino (meningioma, epidermoide o neurinoma) sia per eventualmente confermare il vaso in conflitto con il nervo, in tal caso ben visibile nelle immagini definite in T2 pesate o T2W.

dottore che parla con il paziente

Quali cure o trattamenti esistono per il trigemino infiammato?

I farmaci antiepilettici come la Carbamazepina, la Oxcarbazepina o il Pregabalin sono i farmaci di prima scelta nella Nevralgia Trigeminale. Inizialmente sono molto efficaci nel 70% dei pazienti. Tuttavia, alcuni di loro presentano effetti collaterali oltre ad un discreto rischio di interazioni con altri farmaci.

In caso di fallimento da parte della terapia medica o comparsa di effetti collaterali da parte della stessa i pazienti necessitano di un trattamento chirurgico. In tal caso le armi a disposizione del neurochirurgo sono due:

  • Procedure palliative, che comprendono le procedure percutanee e la radiochirurgia stereotassica.

Con procedure percutanee ci si riferisce alla compressione con palloncino del Ganglio di gasser, la rizotomia a radiofrequenza o la rizotomia con glicerolo. Tutte e 3 le procedure determinano un danno parziale della radice del nervo trigemino con l'obiettivo di eliminare (anche solo temporaneamente) il dolore.

Con la radiochirurgia stereotassica si intende una forma particolare di terapia radiante focalizzata al nervo trigemino, che però ha lo svantaggio di non offrire un controllo immediato del dolore. Tali procedure sono offerte ai pazienti anziani o con multiple comorbidità che precluderebbero l'intervento chirurgico definitivo. Tali procedure hanno un tasso di recidiva del dolore del 50% a 3 anni.

  • Procedure chirurgiche fisiologiche, con la Decompressione Microvascolare.

Si tratta della Decompressione Microvascolare, che offre i migliori risultati a lungo termine. Tale intervento ha un tasso di successo di circa l'80% nei pazienti ben selezionati e l'efficacia è duratura. L'intervento chirurgico consiste nell'effettuare un accesso cutaneo dietro l'orecchio sfruttando, con l'utilizzo del microscopio operatorio e/o endoscopio ad alta definizione, un corridoio naturale laterale al cervelletto fino a raggiungere l'emergenza del nervo trigemino. Una volta raggiunto il nervo si identifica il vaso (arterioso e/o venoso) responsabile del conflitto e lo si separa delicatamente dal nervo fino a mantenerlo definitivamente separato da esso mediante l'interposizione di materiale morbido non riassorbibile (es: TEFLON) o mantenendo ancorato il vaso alle meningi.

I benefici della chirurgia sono generalmente immediati ma possono anche verificarsi dopo qualche giorno. Le complicanze più frequenti legate a tale procedura sono rappresentate dalla possibile perdita di udito unilaterale (piuttosto rara) o la perdita di Liquido cefalo rachidiano (liquor) dal naso che può in alcuni casi richiedere un ulteriore intervento per risigillare le celle aeree della mastoide o il posizionamento di un drenaggio lombare per circa 72 ore.

I pazienti sottoposti a tale intervento sono sicuramente tra i più riconoscenti nella nostra pratica neurochirurgica.

Neurochirurgia a Reggio Emilia