Noduli Tiroidei: l’ablazione con Radiofrequenza

Noduli Tiroidei: l’ablazione con Radiofrequenza

Top Doctors
La redazione di Top Doctors
Top Doctors
Scritto da: La redazione di Top Doctors
Editato da: il 13/04/2024

I noduli tiroidei sono ingrossamenti anomali, quasi sempre di natura benigna, che possono sorgere sulla tiroide, posizionata a sua volta sulla parte anteriore della laringe e della trachea.

 

1) Cos’è la termoablazione con radiofrequenza?

​La termoablazione con radiofrequenza è un intervento ambulatoriale che, senza la necessità di praticare incisioni chirurgiche, riduce del 50-85% il volume dei noduli tiroidei benigni. La riduzione del volume del nodulo è, generalmente, sufficiente a far scomparire o migliorare i sintomi compressivi e ottenere buoni risultati estetici.

 

2) Quando è possibile eseguire una termoablazione con radiofrequenza?

 La termoablazione con radiofrequenza è indicata per il trattamento dei noduli benigni solidi o parzialmente cistici della tiroide.

Prima dell’intervento, è necessario confermare la benignità del nodulo tiroideo mediante ago aspirato ecoguidato con ago sottile e/o con agobiopsia con ago Tru-Cut.

I risultati migliori si ottengono su noduli di forma ovale e ad ecostruttura colloido-cistica spongiforme. In casi selezionati è possibile trattare anche noduli iperfunzionanti (tossici o pretossici).

 

3) Come si svolge un intervento di ablazione con radiofrequenza?

Durante l’intervento, il paziente è parte di un circuito che include un generatore di radiofrequenze, un ago-elettrodo e due piastre di dispersione posizionate sulle gambe del paziente.

​L’ago-elettrodo viene introdotto nel nodulo sotto guida ecografica. Le onde elettromagnetiche ad alta frequenza emesse dall’elettrodo surriscaldano il nodulo inducendo la necrosi del tessuto trattato, che verrà sostituito nel tempo da tessuto fibroso-cicatriziale. Questo determina una notevole riduzione di volume del nodulo tiroideo. Un sistema di raffreddamento con soluzione fisiologica controlla la temperatura in corrispondenza della punta dell’ago durante il trattamento per evitare il processo della carbonizzazione.

​L’intervento si svolge in regime ambulatoriale, senza la necessità di un’anestesia generale. Il paziente è collocato sul letto in posizione supina, a capo iperesteso, e sottoposto a sedazione cosciente. La sedazione è necessaria per facilitare le manovre, migliorare la tollerabilità e ridurre gli atti spontanei di deglutizione. ​

La procedura, compresi i tempi di allestimento, ha durata variabile di circa 30-60 minuti. Essa è ripetibile su noduli particolarmente voluminosi o in casi di recidiva. Al termine dell’intervento è somministrata una terapia steroidea ed antidolorifica quando necessario. Dopo la procedura il paziente è mantenuto in osservazione per 1-2 ore. Il paziente dovrà sottoporsi a terapia cortisonica per i 6-10 giorni successivi all’intervento.

4) Quali sono i vantaggi della termoablazione con radiofrequenza?

I noduli tiroidei compaiono vicino a strutture del collo che è importante non toccare: arteria carotide comune, vena giugulare interna, nervo vago, plesso brachiale, trachea, nervo laringeo ricorrente, esofago, fasce muscolari e muscoli. La termoablazione a radiofrequenza permette di risparmiare queste strutture, lasciando intorno all’area trattata un sottile “anello di sicurezza”.

 

5) La termoablazione con radiofrequenza può comportare rischi o effetti collaterali?

L’intervento è normalmente ben tollerato. Immediatamente dopo l’intervento e nei 7-10 giorni successivi, il nodulo può divenire dolente ed aumentare di volume, a causa dell’edema e dell’infiammazione dei tessuti sottoposti ad ipertermia.

Infrequenti effetti collaterali includono: ematoma tiroideo sottocapsulare, ecchimosi cutanea, ustione cutanea puntiforme, colliquazione del nodulo, fascite del collo, reazione vaso-vagale. Il danno collaterale più raro è la riduzione della motilità di una corda vocale associata a danno del nervo laringeo.

​I valori ormonali tiroidei non subiscono cambiamenti rilevanti. In pazienti con preesistente tiroidite cronica, raramente si possono manifestare ipo ed ipertiroidismo, che vengono trattati con le abituali terapie mediche.

 

Editor Karin Mosca

Otorinolaringoiatria