Non sempre piangere è un bene!

Non sempre piangere è un bene!

Editato da: Antonietta Rizzotti il 08/05/2023

Il sondaggio delle vie lacrimali è un metodo che permette di avere una diagnosi di un’ostruzione dei canalini lacrimali e del dotto naso-lacrimale. Ce ne parla il Dott. Gaetano Gallo Afflitto, esperto in Oftalmologia ad Agrigento

Che cos'è la dacriostenosi?

La dacriostenosi, ostruzione completa o parziale del dotto naso-lacrimale, è la causa più frequente di lacrimazione e congiuntivite persistente/recidivante nel neonato. I segni clinici con cui si manifesta sono infatti la lacrimazione continua (epifora), associata talvolta a secrezione di muco o muco-pus, e conseguentemente all’aspetto “sporco” o colloso delle ciglia.

Quali sono i possibili trattamenti?

La diagnosi ed il trattamento di questa condizione è competenza esclusiva dell’oculista. Motivo di ansia per i familiari, talvolta si risolve spontaneamente con una tardiva spontanea canalizzazione, grazie all’accrescimento delle ossa nasali. Il massaggio del sacco lacrimale, se eseguito correttamente e precocemente, può favorire talvolta la ricanalizzazione delle vie lacrimali ed evitare il ricorso all’intervento di sondaggio delle vie lacrimali. Una prima visita dall’oculista, effettuata nei primi mesi di vita, è fondamentale per l’impostazione di un piano di terapia che consenta di risolvere il problema evitando il ricorso tardivo alla chirurgia.

In questa fase infatti è possibile, se l’oculista lo ritiene opportuno, effettuare in ambulatorio il sondaggio medicato delle vie lacrimali, con duplice finalità:

  • Diagnostica: per accertare con precisione la sede dell’ostruzione;
  • Terapeutica: percorrendo con una sonda delicatamente le vie lacrimali fino ad individuare il punto dell’ostruzione, cercando di sbloccarla. Una irrigazione finale servirà a valutare se la disostruzione è stata efficace.

In presenza di infezioni in età neonatale, soprattutto se associate a lacrimazione, è necessario il consulto di un oculista con esperienza chirurgica pediatrica, al fine di programmare un adeguato e tempestivo piano di terapia.

Quali possono essere i vantaggi per i pazienti?

Il ricorso alla terapia antibiotica locale, non risolve la causa anatomica del disturbo, determina la cronicizzazione dell’infezione e crea resistenze batteriche agli antibiotici e spesso alterazioni croniche del film lacrimale.

Se non opportunamente trattata, questa patologia, oltre alla persistenza della sintomatologia che gradualmente peggiora, si potrà associare allo sviluppo di episodi di infezione del sacco lacrimale (dacriocistite), che, se recidivanti, possono coinvolgere i tessuti circostanti inducendo lo sviluppo di una condizione ben più grave (cellulite orbitaria).

L’intervento chirurgico, per via endoscopica, in anestesia generale, è riservato soltanto a pochi casi che non sono stati risolti entro i 12 mesi di età: anche in questo caso si pone l’obiettivo chirurgico consiste nella frammentazione della membrana che occlude il dotto a livello del fisiologico sbocco nel naso; la metodica è più invasiva per la maggiore età del bambino. Il successo delle procedure e la invalidità sono pertanto direttamente correlate alla tempestività della diagnosi e all’inizio delle terapie.

 

 

Oculistica a Agrigento