Nutrizione: un aiuto dalle proteine

Nutrizione: un aiuto dalle proteine

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Scritto da: La redazione di Top Doctors
Editato da: Antonietta Rizzotti il 29/08/2020

La malnutrizione è un problema rilevante in ambito medico, in particolare in Oncologia, nella quale condiziona la tolleranza ai trattamenti chemioterapici, l’incidenza degli eventi avversi e il numero delle ospedalizzazioni. L’esperta in Oncologia ci parla di un interessante studio svolto in collaborazione con l’Università La Sapienza relativamente a questo tema

Quando si verifica uno stato di malnutrizione in Oncologia?

Nei pazienti operati di tumore del colon-retto, in cui la prevalenza di malnutrizione è ancora più alta che in altri Donna alla finestratumori, la malnutrizione è risultata essere correlata in maniera statisticamente significativa alle complicanze post-operatorie, alla mortalità, alla morbilità e all’aumento del periodo di ospedalizzazione. Nonostante i notevoli progressi nell’ambito della nutrizione clinica, l’argomento rimane comunque molto complesso ed estremamente dibattuto, lasciando una serie di interrogativi aperti. Le più recenti ricerche indicano che la sindrome anoressia-cachessia, nonché il rischio di malnutrizione, non sono presenti solo nella fase terminale del tumore, ma sin dalle prime fasi della malattia.

La soluzione arriva dalle proteine

L’assunzione di integratori proteici, quali quelli derivati dalle proteine del siero del latte, potrebbe rappresentare uno degli interventi nutrizionali adeguati per migliorare la sintesi proteica muscolare, favorire la crescita di massa muscolare magra, contrastare l’insorgenza di sarcopenia (perdita del muscolo) e di malnutrizione nel paziente oncologico in trattamento chemioterapico. Sulla base dei dati di letteratura, è stato condotto presso l’Università La Sapienza di Roma uno studio su una popolazione di pazienti affetti da neoplasia del colon-retto in trattamento chemioterapico utilizzando un supplemento nutrizionale a base di proteine di siero del latte altamente purificate, per valutarne gli effetti sullo stato nutrizionale e sulla tollerabilità al trattamento chemioterapico. Grazie al processo depurativo le proteine sono state rese totalmente inodore e insapore e con un contenuto di lattosio inferiore al 2% e senza caseina così da essere utilizzabili anche da soggetti con ipersensibilità o intolleranza ai derivati del latte, diluibili in acqua o in bevande di altro tipo a temperatura ambiente.

I risultati ottenuti

I nostri dati evidenziano come l’utilizzo di una supplementazione nutrizionale a base di proteine altamente purificate del siero del latte possa favorire un miglioramento della condizione clinica e nutrizionale dei pazienti in corso di trattamento chemioterapico. In primo luogo, abbiamo osservato che alla prima visita nutrizionale tutti i pazienti si trovavano in una condizione di discreto benessere, indipendentemente dal gruppo di trattamento. Sulla base di tale dato abbiamo riscontrato che in corso di chemioterapia, questa situazione è stata mantenuta solo dai pazienti che hanno assunto l’integratore proteico, mentre i soggetti che assumevano placebo hanno subito un peggioramento dopo tre mesi. Le condizioni generali del paziente limitano la capacità di tollerare il trattamento chemioterapico e quindi di completarlo mantenendo la giusta intensità di dose, pertanto la possibilità che le proteine siano correlate al mantenimento di un adeguato stato di salute assume inevitabilmente un’importante valenza clinica in oncologia.

Proteine e obesità

Altro concetto fondamentale emerso è il ruolo delle proteine nei soggetti obesi. I dati del nostro studio indicano come l’assunzione di una supplementazione proteica quotidiana per un periodo prolungato di tempo possa avere un effetto protettivo sul rischio di obesità, determinando una notevole modificazione nella distribuzione di massa magra e grassa corporea.

Un aiuto contro gli effetti collaterali della chemioterapia

L’analisi condotta durante il trattamento chemioterapico rispetto alla valutazione delle tossicità sia di tipo ematologico (neutropenia, anemia, trombocitopenia) che gastrointestinale (nausea, vomito, diarrea, mucositi) ha fornito dei risultati molto interessanti. Per quanto riguarda la prima, è stato osservato che l’86% dei soggetti appartenenti al gruppo attivo non ha manifestato alcun tipo di tossicità, rispetto ai pazienti del gruppo placebo in cui il 71% ha mostrato disturbi. Considerando invece gli effetti avversi di tipo gastrointestinale, il 94% dei pazienti in cura non ha manifestato alcun tipo di effetto collaterale. Tra i pazienti trattati con placebo, invece, il 59% ha riferito di aver sofferto di tossicità di grado ³ 1 in corso di chemioterapia.

Il ruolo dello stato nutrizionale del paziente e della distribuzione del peso corporeo nella sua capacità di tollerare la chemioterapia, completare il numero di cicli stabilito e di ottenere un’adeguata risposta al trattamento è ormai accertato e confermato da un’ampia serie di dati disponibili in letteratura. Infine, sono presenti numerose evidenze scientifiche che dimostrano che la supplementazione proteica assume un ruolo importante nel ridurre lo stress ossidativo del paziente affetto da malattie croniche di vario tipo (neoplastiche, infettive, metaboliche) attraverso un incremento delle concentrazioni plasmatiche del glutatione (GSH) che è la più importante difesa contro lo stress ossidativo per le nostre cellule.

Le conclusioni

Come si evidenzia dal nostro studio, dunque, una condizione di malnutrizione è presente sin dalla diagnosi di malattia oncologica e può essere positivamente influenzata da una maggiore attenzione all’aspetto nutrizionale. L’utilizzo di un supplemento proteico a base di proteine altamente purificate del siero del latte favorisce un miglioramento della condizione clinica e nutrizionale dei pazienti in corso di trattamento chemioterapico, riducendo l’insorgenza di tossicità ad esso correlate. Inoltre, considerando il ruolo chiave che l’equilibrio ossidativo gioca sulle tossicità da chemioterapia, la valutazione dello stato ossidativo dei pazienti potrebbe essere utile per identificare eventuali correlazioni tra stress ossidativo e assunzione di proteine di siero di latte altamente purificate.

Oncologia