Patologie del gomito: quando ricorrere alla riabilitazione?
Il gomito è un’articolazione molto complessa che ci permette di orientare la mano nello spazio. Non essendo rivestito da altri tessuti, il gomito risulta essere più esposto a traumi e, di conseguenza, più soggetto a lesioni. Scopriamo quali sono le patologie che colpiscono più frequentemente il gomito e come trattarle
Quali patologie colpiscono il gomito?
Generalmente il sovraccarico funzionale del gomito provoca alcune delle patologie più comuni del gomito, ossia l’epicondilite e l’epitrocleite. Questi ultimi non sono patologie che colpiscono solo chi gioca a tennis o a padel, ma anche tutti coloro che passano molte ore al computer.
Altre problematiche legate a lesioni traumatiche includono:
- Fratture
- Lussazioni
- Borsite olecranica
Con frattura ci si riferisce alla rottura di almeno una delle tre ossa del gomito (omero, radio, ulna). Le fratture sono patologie tipiche degli sportivi, in particolare di coloro che praticano ciclismo, skate o pattinaggio. Generalmente, una frattura avviene in maniera accidentale per una caduta o nel tentativo di proteggersi e rallentare l’impatto.
Invece, per lussazione si intende una slogatura che provoca la fuoriuscita dei capi articolari dell’avambraccio dalla loro naturale posizione. Solitamente, la lussazione si presenta nei bambini al di sotto dei cinque anni, dovuto da uno strattone. Tuttavia, la lussazione del gomito è la seconda lussazione articolare più comune dopo quella della spalla.
Quali trattamenti vengono utilizzati?
La terapia per le lesioni del gomito può essere:
- Conservativa: comprende un periodo di immobilizzazione di 3-4 settimane con tutore o gesso;
- Chirurgica: in seguito all’intervento si prevede un periodo di immobilizzazione che dipende dalle indicazioni del Chirurgo.
Purtroppo, una delle complicazioni più comuni in caso di lesioni del gomito è la cosiddetta rigidità articolare. Pertanto, è fondamentale una corretta mobilizzazione per il recupero dell’articolarità.
Come avviene la riabilitazione?
Prima di tutto, con la Fisioterapia si cerca di diminuire il dolore e l’edema. A tal fine, quando prescritte, si possono utilizzare terapie strumentali come la magnetoterapia, la tecarterapia e il laser.
Successivamente, è fondamentale recuperare il movimento dell’articolazione mediante le mobilizzazioni passive e, quando possibile, attive assistite. Infatti, il Fisioterapista cercherà di recuperare gli schemi motori e ripristinare il controllo neuromuscolare.
Infine, una volta recuperato il movimento, è importante svolgere esercizi di rinforzo anche con l’utilizzo di bende elastiche e pesi.
Quindi, per un buon recupero di un’articolazione è fondamentale la collaborazione fra: Medico Chirurgo, Medico Radiologo, Fisioterapista e Preparatore Atletico.