Perché la ragade anale non guarisce spontaneamente?

Pubblicato il: 20/08/2021 Editato da: Antonietta Rizzotti il 15/11/2023

Hai mai sentito parlare di ragade anale? Cerchiamo di capire di che cosa si tratta e in che modo trattare questa condizione

Che cos’è una ragade anale?

La ragade è una piccola ferita, in genere localizzata nel canale anale distale, quasi sempre molto dolorosa, talvolta sanguinante e con prurito anale che ha una scarsa tendenza alla guarigione spontanea.

La ragade può, quindi, cronicizzare; può presentarsi a tutte le età, con la stessa frequenza nei due sessi..

ragazza

Da cosa può essere causata?

Non è ancora chiaramente spiegata la formazione della ragade, ma nella maggioranza dei casi si realizza nel corso di una defecazione particolarmente difficile, con feci molto dure, il cui passaggio attraverso l’ano determina una lacerazione della mucosa del canale anale.

Che meccanismo si innesca?

La presenza di questo “taglio” induce uno spasmo riflesso del muscolo sfintere interno, impedendo così al sangue di arrivare e permettere la cicatrizzazione. Si innesca quindi una situazione paradossa nella quale più si ha dolore più si contrae lo sfintere: la conseguente ischemia ostacola la guarigione della ragade.

Gli obiettivi, quindi, della terapia medica e chirurgica sono la regolarizzazione dell’alvo, la cicatrizzazione della ferita che costituisce la ragade anale, e la riduzione dell’ipertono dello sfintere anale interno.

Come trattare la ragade anale?

Esistono vari trattamenti per questa condizione, sia conservativi che chirurgici.

Prima di tutto dobbiamo aiutare il paziente - con uno stile di vita sano, con dieta ricca di acqua e fibre, attività fisica e l’eventuale uso di lassativi - ad avere una defecazione non “traumatica”, con feci morbide ma formate.

Tra le terapie conservative possono essere utilizzate creme e/o supposte che aiutino la cicatrizzazione della ferita e riducano l’ipertono sfinteriale; anche gli anestetici locali e i semicupi tiepidi sono utili per dare un sollievo temporaneo prima e dopo la defecazione.

Quando tali trattamenti non funzionano e la sintomatologia impedisce una qualità di vita accettabile, si dovrà ricorrere all’intervento chirurgico, che consiste nell’eventuale escissione della ragade - con anoplastica - e sezione calibrata dello sfintere interno (che regola il tono basale e non la continenza volontaria), al fine di interrompere lo spasmo che impedisce la guarigione della ragade.

Chirurgia Generale a Roma

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