Prolasso rettale e Tecnica STARR

Prolasso rettale e Tecnica STARR

Editato da: Martina Gorla il 08/11/2022

Quando si parla di prolasso rettale, ci si riferisce alla fuoriuscita, allo scivolamento verso il basso, attraverso il canale anale, di una porzione di intestino retto, che crea una congestione del plesso emorroidario e un ostacolo alla fuoriuscita delle feci

Tecnica STARR: di cosa si tratta?

L’acronimo S.T.A.R.R. sta a indicare Stapled Trans Anal Rectal Resection, ossia l’intervento di Prolassectomia con stapler eseguita per via trans anale.

Si tratta di una tecnica chirurgica mininvasiva che consiste nel recidere il prolasso rettale attraverso il canale anale, con uno strumento chirurgico chiamato suturatrice meccanica, che permette di evitare tagli chirurgici non lasciando quindi cicatrici cutanee.

Come si svolge l’intervento?

Questa tecnica viene eseguita in 30 minuti in anestesia generale o loco-generale e prevede un ricovero di qualche giorno.

L’intervento avviene attraverso l’uso di suturatrici meccaniche e si procede accedendo dal canale anale, all’asportazione dell’ultima sezione dell’intestino retto prolassato che ostruisce il passaggio e impedisce la defecazione e comprime il plesso emorroidario.

Dopodiché, il chirurgo ricolloca nella posizione originaria i cuscinetti emorroidali, la mucosa prolassata, e l’anoderma; in questo modo è stato ricostruito un ano anatomicamente normale e l’ostacolo alla defecazione e la compressione del plesso emorroidario sono stati eliminati.

L’operazione viene effettuata in maniera rapida e sicura, e si conclude, mediante l’utilizzo di una suturatrice circolare, con una cucitura sterile della mucosa.

Il post-operatorio è praticamente indolore, si possono riscontrare lievi disagi durante le prime due settimane dopo l’intervento e, raramente bisogna ricorrere all’assunzione di antibiotici.

Vantaggi e possibili complicanze

Essendo un intervento di tipo mininvasivo, è sicuro ed efficace, e inoltre porta con sé diversi vantaggi, tra cui:

  • Tempistiche operatorie più brevi rispetto alle tecniche più complesse;
  • Conservazione dell’anatomia e della funzione delle strutture del canale anale;
  • Soddisfazione elevata dei pazienti anche a distanza di tempo (successo nell’85% dei casi).

Come tutte le tecniche chirurgiche, anche questo intervento può avere delle possibili complicanze, seppur molto rare:

  • Sanguinamento;
  • Urgenza defecatoria (sintomo molto comune nella prima settimana postoperatoria, ma nel 70 – 80% dei casi si risolve entro sei mesi dall’intervento);
  • Ritenzione urinaria (nell’immediato postoperatorio).
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