Protesi al seno: quali sono i rischi?

Protesi al seno: quali sono i rischi?

Editato da: Marta Buonomano il 08/09/2019

Il nostro esperto in Chirurgia Generale a Milano, il Dott. Mattia Intra, ci spiega cosa sono le protesi mammarie e quali sono i possibili rischi di un impianto

Cosa sono le protesi mammarie?

Le protesi mammarie sono dispositivi esterni che vengono utilizzati per ricostruire volume e forma del seno; possono avere funzione esclusivamente estetica, oppure essere utilizzate per ricostruire il seno in caso di una chirurgia demolitiva (mastectomia).

Le protesi sono tutte uguali?

Donna con una protesi mammaria in manoEsistono protesi di forma e materiale diversi. Per quanto riguarda la forma, distinguiamo in protesi anatomiche e rotonde: le anatomiche richiamano la forma del seno, mentre le protesi rotonde sono cupoliformi. La scelta di un tipo rispetto all’altro dipende naturalmente dalla forma e dal volume del seno e dall’obiettivo della plastica (estetico e ricostruttivo). Esistono poi materiali differenti: le protesi testurizzate e le protesi lisce. Entrambe sono composte da silicone, ma con una superficie diversa (le testurizzate sono infatti ruvide). Le protesi anatomiche sono solitamente testurizzate per la loro forma, infatti la superficie rugosa fa sì che non ruotino e che quindi non si alteri il risultato estetico. Il silicone viene ben tollerato dal nostro corpo e il rigetto è molto difficile; statisticamente è più probabile che si verifichi una contrattura capsulare rispetto al rigetto della protesi. Le protesi testurizzate sono entrate in commercio successivamente alle lisce per cercare di far fronte proprio al rischio di contrattura capsulare, più frequente nelle protesi lisce (statisticamente siamo passati dal 7-8% al 1,5%). Sia le protesi lisce sia le testurizzate hanno la stessa consistenza: la morbidezza della protesi viene data infatti dal gel all’interno della protesi, che ne determina la coesività; ovviamente se si rompe la protesi, minor coesività determina maggior diffusione del gel stesso. La rottura della protesi richiede un intervento chirurgico di sostituzione.

Come si sceglie la protesi più adatta alla paziente?

La scelta della protesi dipende dal chirurgo e dalla paziente, sicuramente è preferibile scegliere una protesi che comporti minori rischi per la paziente, un risultato migliore, in funzione ovviamente dello scopo dell’intervento. Se la finalità è solo l’aumento di volume, come spesso richiesto nelle mastoplastiche additive, la protesi rotonda è la più utilizzata, mentre se è necessario ridare anche una forma al seno, viene utilizzata l’anatomica. Se non esistono controindicazioni oncologiche, cliniche o anatomiche, una ricostruzione con protesi viene proposta a tutte le pazienti che devono sottoporsi ad intervento chirurgico di mastectomia per tumore mammario. Non tutte le pazienti però posso accedere immediatamente a questo tipo di ricostruzione: infatti per caratteristiche anatomiche della stessa paziente o in funzione delle cure a cui dovrà sottoporsi, a volte non è possibile mettere immediatamente una protesi, per cui vengono utilizzati gli espansori. L’espansore o expander, non è altro che una protesi gonfiabile, che viene utilizzata per preparare il futuro alloggio della protesi definitiva.

È vero che le protesi mammarie aumentano il rischio di linfoma?

Donna con una camicia rosa apertaUno degli argomenti di cui si è parlato molto negli ultimi mesi è l’associazione tra il linfoma anaplastico a grandi cellule (ALCL) e protesi al seno. Il primo caso di ALCL si è verificato negli anni ‘90; esistono ad oggi 456 casi certificati. Il rischio è dunque molto basso. In Italia l’incidenza riportata è pari a 2.8 casi su 100.000. Nello specifico, in Italia sono stati registrati 41 casi, dei quali solamente uno è risultato fatale a causa della progressione della patologia. La manifestazione dell’ALCL è correlata ad un aumento del siero attorno alla protesi anche dopo molto tempo dal suo impianto e la diagnosi viene fatta attraverso un’ecografia mammaria di controllo: se il siero peri-protesico ha un volume superiore ai 100 cc, viene prelevato e mandato ad analizzare. Qualora risultasse positivo, la protesi con l’intera capsula viene rimossa. La prognosi sembra essere piuttosto favorevole quando la malattia è localizzata al tessuto pericapsulare anche dopo la sola rimozione della protesi.

Cosa bisogna fare per prevenire i rischi di un impianto mammario?

In generale, i controlli regolari dallo specialista e l’esecuzione degli esami richiesti ci permette di far fronte ai vari rischi legati all’impianto delle protesi e, qualora si verificassero complicanze, potremmo trattarle con largo anticipo.

Chirurgia Generale a Milano