Protesi della spalla: quando è indicata e quale tipologia scegliere

Protesi della spalla: quando è indicata e quale tipologia scegliere

Editato da: Marta Buonomano il 04/02/2022

Grazie ai progressi nelle forme e nei materiali delle protesi ortopediche è oggi possibile risolvere in maniera efficace anche le patologie più complesse che colpiscono la spalla. Ce ne parla il Prof. Filippo Castoldi, esperto in Ortopedia e Traumatologia

Perché la chirurgia protesica della spalla è relativamente giovane?

uomo con dolore alla spallaImpiantare protesi alla spalla non è un’idea completamente nuova. La prima protesi di spalla è stata, infatti, impiantata nel lontano 1893 da un chirurgo francese, ma il risultato non ebbe successo a causa sia di materiali non adeguati sia della scelta di un paziente non ideo. Questa tipologia di intervento ha però iniziato ad essere approfondita e praticata con molto ritardo poiché la conoscenza della biomeccanica dell’area e delle patologie che la possono colpire non era particolarmente elevata. Solo grazie al miglioramento delle forme e dei materiali protesici per altre parti del corpo umano si è iniziato a sperimentare le stesse anche sulla spalla. Uno dei nuovi materiali introdotti è stato il tantalio, che permette un’osso-integrazione ottimale. Grazie alle nuove forme delle protesi è stato inoltre possibile ridurre il contatto tra l’omero ed il collo della spalla, così come spostare lateralmente il centro della rotazione della protesi.

Quando è indicato l’intervento di artroprotesi alla spalla?

L’artroprotesi viene impiegata nei casi di patologie degenerative e traumi che abbiano fortemente compromesso le superfici articolari. Altre indicazioni includono neoplasie con esito nefasto sull’articolazione e artrosi con o senza cuffia integrata.

Come scegliere la giusta tipologia di protesi per ogni paziente?

Le due principali tipologie di protesi della spalla sono quella anatomica e quella inversa. Le protesi anatomiche consentono di ottenere ottimi risultati nel rimodellamento dei profili e nella ricostruzione dell’anatomia locale, ma non sono indicate se la cuffia dei rotatori è compromessa.

La seconda tipologia viene invece solitamente scelta quando la cuffia non funziona più correttamente a causa della degenerazione operata dall’artrosi o non è più presente, in caso il paziente sia anziano per facilitare la riabilitazione o nei casi di fratture complesse sempre nell’anziano. L’esperienza clinica dimostra, inoltre, che i risultati migliori si ottengono nei casi di artrosi concentrica o eccentrica ove non sia presente deformità della cavità glenoidea. Quest’ultima rende infatti particolarmente complessa e delicata la buona riuscita dell’intervento.

uomo con dolore alla spallaEsistono alcune controindicazioni all’impianto protesico?

Esistono alcune anomalie della struttura glenoidea che possono rendere controindicato l’impianto di ogni protesi, poiché il suo ancoraggio risulterebbe insufficiente. Si tratta dei casi di glene troppo piccolo, dalla forma alterata o con scarsa struttura ossea.

Quali sono le possibili complicanze delle protesi alla spalla?

Le protesi anatomiche non ottengono risultati soddisfacenti se impiantate su pazienti la cui cuffia dei rotatori è già lesionata o predisposta alla stessa. La cuffia dei rotatori lavora infatti in sincronia con la protesi, per questo motivo ad un logoramento della struttura tendinea corrisponde una difficoltà sempre maggiore di movimento. Poiché lo scopo della protesi è impiantarsi e lavorare in sincrono con le strutture molli della spalla, l’intervento deve essere effettuato solo da specialista altamente esperti. In presenza di errori è infatti facile che si presentino alcuni malfunzionamenti delle strutture articolari che impediscono i corretti movimenti. La protesi inversa, al contrario, migliora l’elevazione del braccio, ma non aiuta particolarmente i movimenti di rotazione. La sua applicazione può inoltre rivelarsi delicata dal momento che non sono ancora stati chiariti i casi in cui sia meglio rispettare l’orientamento della componente omerale e la sua lateralizzazione rispetto al centro di rotazione che modifica il lavoro del deltoide.

Ortopedia e Traumatologia a Torino