Qual è il reale significato di chirurgia mininvasiva?
Il nostro esperto in Ortopedia e Traumatologia a Bologna, il Dott. Federico Trentani, ci parla delle finalità della chirurgia mininvasiva in ambito ortopedico
Che cosa s’intende per mininvasività?
Il significato associato al concetto di mininvasività in chirurgia ortopedica ha subito delle profonde variazioni con il passare degli anni. In passato ci si riferiva ad essa in termini di lunghezza dell’incisione, ma oggi abbiamo compreso che quello a cui in realtà dobbiamo andare incontro è il risparmio dei tessuti (in inglese, “Tissue Sparing Surgery” o TSS), in particolare di quei tessuti che noi ortopedici riteniamo “nobili”:
- Muscoli
- Tendini
- Capsule
Qualsiasi intervento a carico di un distretto anatomico di un paziente deve dunque cercare di ridurre al minimo l’invasività su questi tessuti.
Qual è l’obiettivo della Tissue Sparing Surgery?
La TSS si è sviluppata alla fine degli anni ‘90 e, soprattutto nell’ambito della chirurgia protesica dell’anca e del ginocchio, ha portato ad una grande riduzione dei cosiddetti “insulti” a carico di capsule, tendini, legamenti e muscoli. La finalità di questo approccio è evidente anche ad occhio nudo, in quanto riduce la lunghezza delle incisioni e, di conseguenza, riduce le perdite ematiche e l’intensità del dolore postoperatorio, consentendo una riabilitazione molto più rapida.
Perché è importante risparmiare anche l’osso?
Nei pazienti giovani che possono andare incontro ad un secondo intervento, è molto importante anche il risparmio del tessuto osseo: se durante la prima chirurgia venisse asportata una quantità eccessiva di osso, nel secondo intervento non si avrebbe un’adeguata struttura di ancoraggio per l’impianto protesico.
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