Riproduzione assistita: come funziona?

Riproduzione assistita: come funziona?

Editato da: Serena Silvia Ponso il 02/10/2023

La necessità di ovuli donati è sempre più comune a causa dell'età della gravidanza, che con il passare del tempo è stata posticipata sempre più. Tuttavia, per fare in modo che la riproduzione assistita sia efficace è necessario che vengano rispettate certe condizioni. Il Prof. Alberto Revelli, specialista in Procreazione Assistita a Torino, ci parla della fecondazione in vitro, una delle tecniche di riproduzione assistita

Cos'è la riproduzione assistita?

Con riproduzione assistita s’intende un insieme di tecniche utilizzate per aiutare le coppie che vogliono avere un bambino ma che riscontrano difficoltà a concepirlo naturalmente. Si tratta di tecniche che possono essere utilizzate sia dall'uomo sia dalla donna per far aumentare le percentuali di successo di una gravidanza.

Le tecniche di riproduzione assistita vengono utilizzate quando subentrano diversi problemi, come ad esempio la mancanza di ovulazione, problemi di fertilità o bassa motilità degli spermatozoi. Le tecniche più comuni per affrontare queste problematiche sono la fecondazione in vitro (FIV), la fecondazione intrauterina e l'iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi.

Come avviene la fecondazione in vitro?

Nella tecnica di fecondazione in vitro (FIV) gli ovociti vengono prelevati dalle ovaie della donna per poi essere fecondati in laboratorio con lo sperma del partner o di un donatore. Dopo che gli ovociti sono stati fecondati, l'embrione viene trasferito nell'utero della donna.

Ecco nel dettaglio i diversi passaggi:

  1. Stimolazione ovarica: la donna viene sottoposta a un trattamento con ormoni per stimolare la produzione di più ovociti e dunque aumentare la probabilità di successo della FIV.
  2. Raccolta degli ovociti: quando gli ovociti sono maturi, vengono prelevati dalle ovaie attraverso una procedura chiamata aspirazione follicolare transvaginale. Questo intervento viene eseguito in anestesia locale o sedazione leggera.
  3. Fecondazione: gli ovociti vengono quindi messi in contatto con gli spermatozoi in laboratorio in diversi modi. La tecnica classica prevede che gli spermatozoi e gli ovociti vengano messi insieme in una capsula di coltura per permettere la fecondazione naturale, mentre con la microiniezione spermatica viene selezionato uno spermatozoo da iniettare direttamente nell'ovocita.
  4. Coltivazione degli embrioni: dopo la fecondazione, gli embrioni vengono coltivati in laboratorio per alcuni giorni, fino a quando non raggiungono uno stadio di sviluppo adeguato.
  5. Trasferimento dell'embrione: gli embrioni vengono poi trasferiti nell'utero della donna attraverso un sottile catetere. Il numero di embrioni da trasferire dipende dall’età della donna e dal numero di tentativi effettuati.
  6. Monitoraggio: dopo il trasferimento degli embrioni, la donna viene monitorata da un medico per assicurarsi che la gravidanza stia avanzando normalmente.

 

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Quali sono le percentuali di successo della riproduzione assistita?

La FIV è una tecnica di riproduzione assistita che ha avuto un grande successo nel mondo, anche per le sue percentuali di successo. Negli Stati Uniti, ad esempio, la percentuale di nascite vive per ciclo di FIV è del 23,7% per le donne di età inferiore ai 35 anni, del 20,2% per le donne di età compresa tra i 35 e i 37 anni, e del 12,4% per le donne di età compresa tra i 38 e i 40 anni.

Quali sono i rischi della riproduzione assistita?

Pur essendo una pratica comune, la fecondazione in vitro può presentare possibili rischi e complicanze.

In primo luogo, la stimolazione ovarica necessaria per raccogliere gli ovociti può determinare degli effetti collaterali nella donatrice, come ad esempio nausea, dolore addominale, stanchezza e mal di testa, oltre a disturbi emorragici e un aumento temporaneo del rischio di coaguli di sangue. Tuttavia, la maggior parte delle donatrici di ovuli non riporta effetti collaterali gravi.

In casi rari può verificarsi anche una sindrome da iperstimolazione ovarica (OHSS), ovvero una complicazione grave che può causare gonfiore, dolore addominale intenso e insufficienza renale. Esiste anche un rischio di infezione durante la raccolta degli ovociti, anche se è molto raro dato che la procedura dovrebbe essere eseguita in un ambiente sterile e da parte di un medico qualificato.

In ogni caso, è importante discutere con il proprio medico tutti i possibili rischi e complicanze associati alla donazione di ovuli prima di procedere con la tecnica di riproduzione assistita.

 

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