Rizoartrosi: cosa fare?

Autore: Dott. Davide Pennazzato
Pubblicato:
Editor: Sharon Campolongo

La rizoartosi è una patologia molto diffusa e interessa il pollice. Può colpire entrambi i sessi, ma i soggetti più a rischio sono le donne e può comparire a partire dai 45 anni. Approfondiamo questo argomento nel seguente articolo, capendo cosa è possibile fare in questi casi

Che cos’è la rizoartrosi del pollice?

Si tratta di una degenerazione artrosica che colpisce l’articolazione tra il trapezio e il metacarpo, ossia il pollice.

Infatti, si tratta del dito più importante della mano, dato che grazie alla sua conformazione è in grado di opporsi alle altre dita per poter svolgere la funzione di pinza e di presa della mano.

L’artrosi del pollice è una condizione invalidante, poiché molto spesso si manifesta in entrambe i pollici e rende il loro uso doloroso e limitato per svolgere tutti i gesti quotidiani come lo scrivere, sollevare un piatto, girare una chiave, guidare e così via.

Inoltre, esistono patologie che colpiscono la mano che possono coesistere con la rizoartrosi, tra cui la malattia di De Quervain o la sindrome del tunnel carpale.

Generalmente, l’artrosi del pollice è dovuta all’avanzamento dell’età, alla genetica o alla lassità della capsula articolare trapezio- metacarpale.

mano di una signora

Sintomi e diagnosi dell’artrosi al pollice

All’inizio il sintomo caratteristico della rizoartrosi è un dolore alla base del pollice, accompagnato da debolezza e difficoltà dei movimenti quotidiani.

Altre manifestazioni tipiche di questa condizione sono tumefazione, dolore irradiato al polso in direzione dorso- radiale e gonfiore anche notturno.

Per diagnosticare questa condizione è necessario che il paziente si sottoponga a un esame radiografico standard. Tuttavia, lo specialista può richiedere altri esami di approfondimento come le proiezioni di Eaton e di Roberts.

Come trattare questa patologia?

Nelle fasi iniziali della rizoartrosi si consiglia sempre il riposo e l’utilizzo di tutori, definiti rizosplint, per immobilizzare la parte. Inoltre, si raccomanda l’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei.

Se questo trattamento non dà risultati, il paziente potrà sottoporsi a iniezioni interarticolari di farmaci steroidei direttamente nell’articolazione.

Infine, l’unica soluzione per controllare il dolore è la terapia chirurgica. Esistono varie tecniche, tra cui l’asportazione del trapezio con o senza interposizione biologica, le fusioni articolari o artrodesi e la sostituzione protesica delle superfici articolari.

In seguito all’intervento, il paziente dovrà usare un tutore per due settimane e dopo svolgere un programma di fisioterapia.

Dott. Davide Pennazzato
Ortopedia e Traumatologia

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