SLA: terapia e riabilitazione

SLA: terapia e riabilitazione

Editato da: Veronica Renzi il 07/04/2023

Nonostante i continui sforzi della ricerca sia sperimentale sia clinica, non vi sono oggi terapie risolutive per pazienti affetti da SLA o da malattie del motoneurone. Il Dott. Paolo Bongioanni, esperto in Neurologia a Pisa, ci spiega come trattare la malattia con le terapie ad oggi disponibili

Come curare la SLA?

Non potendo agire direttamente sulle cause della SLA, che rimangono ancora sconosciute, le terapie attuali mirano al trattamento dei meccanismi di malattia e dei sintomi manifestati dal paziente, in modo da consentirgli una buona qualità di vita e prolungarne la sopravvivenza. 

donna che abbraccia le ginocchia

È fondamentale iniziare tempestivamente il trattamento una volta diagnosticata la malattia, ricorrendo all’aiuto di un’équipe riabilitativo-assistenziale composta da neuroriabilitatore, pneumologo, foniatra, psicologo, fisioterapista, logopedista, terapista occupazionale, dietista ed infermiere.

Le terapie attuali

Il trattamento farmacologico prevede l’utilizzo di:

  • Dopaminergici per combattere l’affaticamento;
  • Miorilassanti per ridurre crampi e spasmi;
  • Anticolinergici per l’eccessiva salivazione;
  • Antidepressivi per migliorare l’umore;
  • Ansiolitici per contrastare l’ansia e migliorare il sonno;
  • Oppiodi e cannabinoidi per controllare il dolore.

Questi farmaci, detti sintomatici, si aggiungono a quelli cosiddetti patogenetici, la cui azione è mirata sul principale meccanismo di malattia con effetto anti-eccitotossico che ne dovrebbe rallentare la progressione. I risultati di questo trattamento fanno sperare che in futuro sia disponibile una terapia veramente efficace.

La riabilitazione

Alla terapia farmacologica viene abbinato un programma di riabilitazione motoria che prevede anche l’utilizzo di ausili in grado di fornire al paziente maggiore autonomia e sicurezza.

ragazza che va in bicicletta

Sono indicati gli esercizi aerobici quali il nuoto o la bicicletta, che comportano un basso consumo di energia e permettono anche il rinforzo dei muscoli non coinvolti dalla malattia. Questo tipo di attività fisica ritarda inoltre il presentarsi delle complicanze legate all’ipomobilità, migliora la funzionalità cardiovascolare e fornisce un valido aiuto contro affaticamento e depressione. Il fisioterapista può stabilire una serie di movimenti ed esercizi di allungamento per mantenere le funzionalità motorie. Possono poi essere utilizzati alcuni ausili quali poggiamento/collari, busti ortopedici, stampelle/antibrachiali, carrozzine, sollevatori.

Disturbi del linguaggio

Ai pazienti affetti da disturbi del linguaggio (disartria) vengono proposte dal logopedista delle tecniche per consentire una miglior comunicazione. Quando queste strategie si rendono inefficaci a causa del progredire della malattia possono essere utilizzati dispositivi quali amplificatori vocali o sistemi elettronici più o meno complessi per la comunicazione, controllabili anche con piccoli movimenti della testa, delle dita o degli occhi.

Disturbi nella deglutizione (disfagia)

Vengono proposti dai logopedisti esercizi per la riabilitazione della disfagia

uomo con difficoltà a respirare

Inoltre i nutrizionisti danno ai pazienti ed ai loro caregiver un piano alimentare a base di piccoli pasti di consistenza adeguata da distribuire nel corso della giornata in modo da fornire calorie, fibre e liquidi a sufficienza, evitando l’assunzione di alimenti di difficile deglutizione. Quando la malattia si aggrava impedendo al paziente un’alimentazione adeguata e sicura si rende opportuna la gastrostomia endoscopica percutanea (Percutaneous Endoscopic Gastrostomy, PEG).

Disturbi respiratori

Dapprima si ricorre alla ventilazione meccanica non invasiva (VMNI) con dispositivi meccanici di assistenza ventilatoria che si interfacciano con il paziente tramite maschere. Quando questi perdono di efficacia viene proposta la tracheostomia che, costituendo un accesso diretto alle vie respiratorie, consente al paziente di effettuare in modo permanente la ventilazione meccanica invasiva (VMI), di certo più efficiente della VMNI.

Neurologia a Pisa