Stai facendo abbastanza per prevenire l’osteoporosi?
Autore:Sapevi che è possibile prevenire l’osteoporosi? Ce ne parla il nostro esperto in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo
Che cos’è l’osteoporosi?
Parlando di osteoporosi, si tende a pensare che si tratti di una malattia tipica degli anziani, ma è necessario sfatare questo mito, dal momento che l’osteoporosi non tocca soltanto questa categoria. L’osteoporosi altro non è che una perdita di minerali a livello osseo per cui questi diventa più fragile e va in contro a frattura facilmente.
Può toccare a qualsiasi età perché, infatti se si è affetti da una malattia che causa osteoporosi da bambini, si perderanno minerali già a questa età, causando l’insorgenza della malattia. Non si tratta dunque di una malattia esclusivamente dell’età avanzata. È anche vero, però, che dopo la menopausa e nell’anziano, questo è un fenomeno che avviene molto più frequentemente rispetto a quello che accade nella popolazione giovanile.
L’osteoporosi è sempre esistita?
Anni fa quando la sopravvivenza non raggiungeva nemmeno i 60 anni, il problema non era così sentito, mentre oggi nella società moderna, vivendo molto più a lungo, soffriremo più di osteoporosi e delle sue conseguenze inevitabili che sono le fratture da fragilità, ossia quelle che avvengono senza un trauma o con un trauma minore, quello che noi chiamiamo “inefficiente”.
Si può prevenire?
Tuttavia, pur sapendo che questo fenomeno esiste non stiamo oggi facendo molto per prevenirlo.
Cosa dovremmo fare? Uno stile di vita corretto ci dovrebbe accompagnare sin dal primo giorno di vita, anzi, già in utero, quando siamo ancora degli embrioni e dei feti, perché la salute del bambino che sta crescendo nell’utero dipende dalla quantità di calcio che la madre assume.
Quindi, in realtà, il problema della salute dell’osso ci accompagna da sempre e dovremmo poi, appena nati, introdurre fonti di calcio sufficienti perché il nostro scheletro si mineralizzi e continuare a farlo anche durante tutta la nostra vita.
È necessario anche eseguire un’attività fisica regolare perché, se non esiste movimento, l’osso non viene sollecitato e non tende a formarsi, ma soltanto a distruggersi. Per questa ragione, per avere una formazione ossea in equilibrio è necessario lo sport, ma la società moderna in realtà ci costringe a rimanere seduti a lungo durante la giornata.
Parallelamente tendiamo ad assumere sempre meno gli alimenti che contengono calcio, il latte ed i suoi derivati, e non ci occupiamo molto dell’introduzione di questo elemento tanto importante nemmeno nei bambini. Inoltre, non ci esponiamo più tanto al sole, ci proteggiamo sempre, così la vitamina D, responsabile della sintetizzazione del calcio nell’intestino, non viene più assorbita nelle quantità necessarie.
Una malattia che si può combattere
Oggi, dunque, pur essendo consapevoli del problema, stiamo facendo pochissimo per prevenirlo. Potremmo pensare che la situazione sia tale per una mancanza di conoscenze, eppure non è questo il caso. Sappiamo molto infatti della patologia, perché le donne, per esempio, al momento della menopausa, sanno che ci saranno dei cambiamenti importanti nelle proprie, quindi per la popolazione post-menopausale, la consapevolezza esiste. Lo stesso vale per gli anziani, ma entrambe queste popolazioni, nonostante ben informate, pensano che il fenomeno sia ineluttabile. Se da una parte, dunque, si crea allarme in questa fascia d’età, in realtà gli specialisti non riescono a fornire le risposte che dovrebbero dare, perché viene spesso ripetuto che non può essere fatto nulla per bloccare la malattia, mentre, invece, si potrebbe prevenire con lo stile di vita, in menopausa e nell’età avanzata.
Fondamentale è inoltre, per quelle persone che hanno già sviluppato la patologia e hanno subito fratture, iniziare una terapia farmacologica apposita. L’impiego di farmaci mirati è infatti in grado di prevenire ulteriori fratture con una percentuale di successo fino al 70%. La frattura del femore, per esempio, una fra le più frequenti nell’anziano, è però anche una delle più prevenibili.
A causa dei costi economici che comporta si sta facendo, però, ben poco in prevenzione, dal momento che meno del 20% delle persone in età avanzata con fratture intraprende una terapia preventiva. Ogni frattura aumenta, infatti, anche di 5 volte il rischio di ri-fratturarsi, mentre basterebbe un trattamento mirato per tre anni per ridurre del 50% il rischio di future fratture.