Tonfo al cuore? Può essere extrasistole!
Autore:Ti è mai capitato di sentire come se il cuore si fermasse per un attimo? Se non hai avuto un colpo di fulmine, probabilmente si tratterà di extrasistole. Ma non ti preoccupare, molto spesso è più pericoloso il colpo di fulmine!
Extrasistole: definizione e tipologie
L’extrasistole è un’aritmia caratterizzata da uno o più battiti anticipati rispetto alla cadenza regolare del normale ritmo cardiaco. È ravvicinato al battito precedente ed è seguito da una pausa detta "compensatoria". Si distinguono:
- Extrasistoli "sopraventricolari", se nascono dal nodo del seno;
- Extrasistoli "ventricolari", se nascono da un punto lontano e più in basso rispetto al nodo del seno (in questo caso si distingueranno da un battito normale per un aspetto "slargato").
Normalmente vengono considerate più gravi, o meno benigne, le extrasistoli ventricolari, nonostante siano aritmie che si verificano spesso di in soggetti giovani e/o sportivi di cuore sano.
Campanelli d’allarme
Un'extrasistole può essere asintomatica (spesso quelle ventricolari lo sono) o può comparire con palpitazioni, descritte spesso come “un tonfo al cuore" o uno “sfarfallio". Spesso i pazienti sentono la pausa compensatoria e riferiscono di avere la sensazione che il cuore si fermi per un attimo, sentore che spesso viene seguito da un colpo di tosse.
Come posso sapere se soffro di extrasistole?
Se il paziente presenta extrasistoli al momento del consulto la diagnosi è semplice e spesso basta palpare il polso radiale o auscultare il cuore, anche se la diagnosi di certezza si avvale della registrazione dell’elettrocardiogramma a 12 derivazioni, che permette anche di distinguere tra extrasistolia sopraventricolare e ventricolare. Se non si riesce a registrare l'aritmia al momento dell'esecuzione dell'elettrocardiogramma, si ricorre all'Elettrocardiogramma dinamico Holter 24 o 48 ore, che consente di distinguere tra sopraventricolare e ventricolare, di quantificare gli episodi nell’arco della giornata e di verificare se l’extrasistolia è isolata o organizzata a coppia, tripletta, salva o episodi di aritmia più complessa.
Extrasistole: sintomo di patologie più gravi?
In generale le extrasistoli non espongono a rischi particolari, a meno che non si organizzino in coppie, triplette o salve o che siano molto precoci, causando una lunga pausa compensatoria e causare capogiri, vertigini fino allo svenimento (sincope). È importante tuttavia precisare che l’attività extrasistolica, soprattutto se ventricolare, può essere il segno di una patologia cardiaca e anche non cardiaca sottostante (malattie dello stomaco, ipertiroidismo, cardiopatia ischemica ed altro).
Terapie adatte all’extrasistole
Come detto, spesso l’extrasistolia rappresenta il segno di una problematica sottostante (extrasistolia secondaria). In tali circostanze questa non richiese trattamento specifico se non quello della causa sottesa ed è dunque di estrema importanza sottoporsi a visita cardiologica con elettrocardiogramma e ad eventuale ECG Holter/24 – 48h, oltre ad esami del sangue e, se ritenuto necessario ad ecocardiogramma per consentire di scegliere la terapia mirata. Se vengono escluse cause organiche, si parla di extrasistolia primitiva in cui l’uso di farmaci antiaritmici (soprattutto beta – bloccanti) è indicato quando l’aritmia è particolarmente asintomatica e fastidiosa e si dimostra efficace nella riduzione dell’aritmia e quindi della sintomatologia.