Trapianto di fegato: cosa bisogna sapere?

Trapianto di fegato: cosa bisogna sapere?

Editato da: Marta Buonomano il 26/04/2023

Il Dott. Carlo Sposito, esperto in Chirurgia Generale a Milano, ci parla del trapianto di fegato, delle indicazioni a questa procedura e dell’intervento a cui dovrà sottoporsi il paziente

Trapianto di fegato: quando è necessario?

Le due condizioni più frequenti in cui il trapianto di fegato può diventare necessario sono:

  • Quando il fegato non riesce più a funzionare sufficientemente bene e quindi non riesce a garantire le sue funzioni fondamentali. Questo succede in genere a causa dell’infezione cronica di virus (i più frequenti quelli dell’epatite B e dell’epatite C), di prolungata intossicazione del fegato (come ad esempio l’abuso cronico di alcolici) o di eccesso di grasso nel fegato (la cosiddetta steatosi epatica) che causano la cirrosi epatica.
  • Quando insorgono tumori nel fegato che non sono curabili attraverso un intervento chirurgico o altre terapie. Il tumore che viene più frequentemente curato attraverso il trapianto è l’epatocarcinoma, un tumore primitivo del fegato, e presso l’Istituto Tumori di Milano sono stati elaborati criteri di trapiantabilità applicati in tutto il mondo. Anche altri tumori primitivi (come il colangiocarcinoma) o metastatici (come le metastasi da tumore neuroendocrino o del colon retto) possono necessitare di trapianto, ma le indicazioni sono molto ristrette e in genere all’interno di protocolli di ricerca.

ragazza

In quali casi è controindicato il trapianto?

Le controindicazioni più frequenti a un trapianto sono l’età avanzata (molti centri pongono un limite ai 70 anni), la presenza di importanti malattie che metterebbero a rischio l’intervento (del cuore o dei polmoni) o la persistenza di abuso alcolico e di altre sostanze. Per i tumori, inoltre, il trapianto è controindicato quando la malattia tumorale è troppo estesa nel fegato o ad altri organi, perché il rischio di recidiva tumorale dopo il trapianto sarebbe troppo elevato.

Quanto tempo si deve attendere prima di sottoporsi ad un trapianto di fegato?

Una volta che si decide che il trapianto è necessario, e una volta fatta tutta una serie di esami per escludere controindicazioni, si firma un consenso informato e si viene messi in lista d’attesa. Da questo punto, in qualsiasi momento, potrebbe arrivare la chiamata per il trapianto. La lista d’attesa è formata da pazienti con diversi gradi di urgenza a seconda della gravità e del rischio di progressione tumorale. A volte, soprattutto nei casi in cui il fegato “non funziona più”, il trapianto è una vera e propria urgenza e deve essere eseguito il prima possibile compatibilmente con la presenza di un donatore di fegato disponibile. Nella maggioranza dei casi però l’attesa è determinata da vari fattori, e in media è di circa 4-6 mesi.

In cosa consiste l’intervento di trapianto di fegato?

L’intervento di trapianto di fegato viene eseguito per via aperta, attraverso un’incisione sottocostale cosiddetta “a squadra”. La prima fase dell’intervento consiste nell’asportazione del fegato ammalato. Terminata questa fase, inizia la fase ricostruttiva: il fegato, che è stato prelevato e preparato da un’altra equipe spesso presso un altro ospedale, viene ora reimpiantato. In questa fase vengono eseguite le anastomosi, cioè le cuciture tra i vasi sanguigni del paziente e i vasi del fegato “nuovo”. È la fase più delicata, perché da questa dipenderà il buon esito dell’intervento e spesso vengono “collegati” vasi sanguigni molto piccoli con fili di sutura più sottili di capelli.

intervento di trapianto di fegato in sala operatoria

L’intervento dura in media 6-8 ore: al termine il paziente viene trasferito in Terapia Intensiva e quindi, in genere dopo 1-2 giorni, nel normale reparto ospedaliero. In media, la degenza in ospedale dopo un trapianto di fegato è di circa 10-12 giorni: una volta tornati a casa la ripresa alla normale vita è graduale e dipende da molti fattori, in media le persone tornano a lavorare dopo circa 3 mesi. I pazienti sottoposti a trapianto dovranno assumere per tutta la vita una terapia immunosoppressiva (il cosiddetto “antirigetto”, che consiste in una o due pastiglie al giorno). Inoltre, a seconda dei casi, dovranno assumere altri farmaci in base alle diverse patologie preesistenti o che hanno condotto al trapianto.

Trapianto di fegato: quali sono le possibili complicazioni?

Il trapianto di fegato è sicuramente uno degli interventi più complessi della chirurgia addominale, per cui il rischio di complicanze è sempre presente. Le complicanze severe più frequenti (5-10% dei casi) riguardano le anastomosi dei vasi sanguigni o del dotto biliare, che possono restringersi o chiudersi: in genere è possibile curare queste complicanze mediante un trattamento radiologico o endoscopico, meno frequentemente è necessario un reintervento chirurgico e molto raramente è necessario un retrapianto. Il rigetto è una complicanza molto comune: solitamente viene sospettato sulla base degli esami del sangue e confermato con l’esecuzione di una biopsia del fegato. Per curare il rigetto è in genere sufficiente un trattamento con cortisone, e molto raramente con combinazioni di farmaci più complessi.

Chirurgia Generale a Milano