Tumore alla prostata: Biopsia Fusion

Tumore alla prostata: Biopsia Fusion

Editato da: Antonietta Rizzotti il 22/04/2019

Da alcuni anni, la diagnosi di tumore alla prostata, la neoplasia maggiormente diffusa nell’uomo a partire dai 50 anni di età, è stata migliorata significativamente grazie ad una nuova tecnologia con la quale è possibile eseguire delle biopsie prostatiche identificando con maggiore precisione le lesioni prodotte dal tumore prostatico.


La procedura, indicata come Fusion Biopsy, offre numerosi vantaggi sia al medico che al paziente. Ne abbiamo parlato con il Dott. Valerio Beatrici, Direttore della Urologia in seno all’Azienda Ospedaliera di Pesaro

Che cos’è la Biopsia Fusion?

Si tratta di una nuova modalità di esecuzione delle biopsie prostatiche attuata mediante un nuovo apparecchio ecografico tridimensionale in grado di guidare l’ago per il prelievo bioptico con assoluta precisione verso quelle focalità sospette, rilevate in seno alla prostata da una Risonanza Magnetica Nucleare multiparametrica.

La Fusion Biopsy aumenta significativamente la possibilità di individuare tumori che con tecniche tradizionali potrebbero sfuggire.

Per eseguire una Biopsia Fusion è necessario eseguire ulteriori procedure?

Si! La Biopsia Fusion può essere eseguita solo dopo aver effettuato una risonanza magnetica nucleare multiparametrica, utilizzata già precedentemente, che ha come obiettivo quello di evidenziare tutte lesioni tumorali sospette, vale a dire quelle aree ghiandolari a rischio cancro.
Dalla risonanza magnetica si ottengono  delle immagini che in un secondo momento verranno fuse in 3d con quelle ecografiche e sarà possibile procedere alla biopsia mirata.

Quali procedure venivano eseguite prima dell’arrivo della Biopsia Fusion?

Ai fini della diagnosi, un tumore alla prostata sospetto veniva individuato grazie allo svolgimento di biopsie prostatiche ecoguidate “randomizzate”, prive di un bersaglio specifico e pertanto gravate da una alta percentuale di falsi negativi.

Oggi, grazie alla nuova apparecchiatura è possibile utilizzare le immagini ottenute con la risonanza magnetica nucleare multiparametrica ed andare a mettere l’ago con precisione nelle zone sospette rendendo possibile anche una “biopsia a bersaglio”.

Urologia a Pesaro